Un pinguino distruttivo in cucina

E’ a cuor poco leggero che generalizzo su di un argomento ma quando si chiama in causa Marte purtroppo, anche il più anticonformista contestatore della terra, sarà costretto a richiamare  antichi stereotipi ammuffiti ma ancora buoni… anzi più sono vecchi e più acquistano valore come il formaggio o il vino.

I discorsi generici vi fanno venire l’orticaria, posso capirvi, ma se mai vi è capitato di osservare l’uomo medio aggirarsi nell’ambiente a lui più estraneo, ossia la cucina, capirete che non vi resta che grattarvi con foga, e non i genitali perché a quello ci pensa lui, il più delle volte davanti al frigorifero. Si tratta di momenti magici e miracolosi, di scene incredibilmente vere che rimarranno indelebili nella nostra memoria di donne ma ben poco nella loro. E sì, perché bisogna innanzitutto sottolineare che tutti i fenomeni della fisica e della psicologia applicabili agli umani che avete imparato fino ad ora, dovete dimenticarli. Ad esempio: se solitamente immagaziniamo informazioni, impariamo  creiamo e ricordiamo, è invece DELETE, l’  unico potentissimo principio psico – cognitivo che regna indisturbato quando un uomo è in cucina. Dimenticate la favoletta imparata a scuola ed applicabile alla cucina “in natura nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma”. Per capire l’uomo, estraneo a questo ambiente come un pinguino alle Maldive, convertitela in “in cucina nulla si crea o si trasforma tutto si distrugge”. Loro non vogliono sapere niente. Loro distruggono. Inesorabilmente eliminano. DELETED. DELETED. Un disco rotto. E non soltanto per la rinomata imbranataggine e la loro presa, per così dire, poco sicura di stoviglie fragili, ma per la loro masticazione maniaco compulsiva. Ci spiace osservare che ciò che non cade a pezzi rotto, caldo nell’acqua saponata o dolce nell’olio dell’insalata viene aspirato dalle loro cavità orali alla prima imperdonabile distrazione di chi cucina e quindi tragicamente eliminato.{ads1} Se, care amiche, state affettando verdure, salumi o prelibate carni non meravigliatevi se nonostante voi tagliate, il numero delle fette rimanga sempre inalterato. Loro, ultimo modello avanzatissimo di Folletto, stanno lavorando e aspirano cibo da qualche angolo misterioso della cucina. Quelli tecnologicamente meno avanzati ricorrono al polipone mood e come fastidiosi  molluschi dai mille tentacoli ci circuiscono da dietro e tra un sospettosissimo complimento e l’altro ci sotraggono cibo con mosse illusionistiche da Mago Merlino.

Dopo aver rafforzato la tesi “ dove passa lui non cresce più l’erba” e sempre rimanendo sul tema DELETE passiamo alla puntata “non parlare perché lui non ti ascolta e se mai ti ascoltasse non ricorderà”. Ebbene si, il fenomeno dell’eliminazione non si limita alla sfera fisica delle cose ma si estende a quella emotiva e psicologica. L’uomo medio in cucina ha memoria a brevissimo termine ed è una minaccia a radicate verità spazio temporali. Spazi e tempi si dilatano all’infinito fino ad evaporare e a scomparire tristemente come tutto il resto. I fumi dell’arrosto penetrano nelle loro fameliche narici come droghe sintetiche da smascello e le loro sinapsi si contraggono a scatti generando confusione e rimozione del ricordo. Questo è dimostrato dalla loro ignoranza totale sulla collocazione spaziale di qualsiasi utensile o stoviglia che si trovi nello stesso dannatissimo posto da 15 anni. 

 Quindi, regola numero uno: “non chiedetegli di prendervi lo strumento tizio o il piatto caio perché lui non lo troverà” Regola numero due “predisponete la cucina di bigliettini colorati con frecce iridiscenti perché altrimenti vi telefonerà con una media di 4,5 volte in mezz’ora anche se dovrà apparecchiarsi per mangiare la cena che voi gli avete preparato” 

Le quattro volte saranno nell’ordine queste:

1. Dove stanno i piatti? 

2. Dove stanno i bicchieri?

3. Dove stanno le forchette?

4. Dove stanno i coltelli?

Lo 0,5 delle probabilità che avvenga la quinta chiamata risiede in voi e se avverrà dovrete recitare alti vocianti Mea culpa perché vorrà dire che la vostra indecente premura vi ha portato a preparargli anche un qualcosa che si mangia  con il cucchiaio. Infatti lì sarebbe di rito una vergognosissima quinta domanda:

5. Dove stanno i cucchiai?

Vi prego tacete, non ditegli che sono, con notevoli probabilità, vicino a forchette e coltelli perché altrimenti vi risponderebbe “ Non li ho visti” o addirittura si proporebbe una sesta wh – question:

6. Perché non li vedo?

Non scaldatevi, lui non li vede davvero, e lì, teneramente, davanti al cassetto aperto ma i cucchiai non li vede proprio. Le cause del l’interessante fenomeno sono oggetto di studio da anni alla stregua dell’apparizione di Fatima e del Sacro Graal.

Ma andiamo avanti.

Il tempo. 

Per il nostro dolcissimo canguro sul monte bianco la cucina è un luogo senza tempo. Questa assoluta verità spiega perché per preparare un piatto di pasta in bianco la lancetta dei minuti dell’orologio fa in tempo a compiere due giri completi e perché le patate tirate fuori dal forno non sono mai croccanti. 

“Perché non sono croccanti?”

“Quanto tempo le hai fatte stare?”

“Tantissimo, una vita”

“ Proprio sicuro? Bene, allora ricompriamo un forno nuovo”

 Le confusioni spazio – temporali si fondono quando i soggetti su citati cercano qualcosa nel frigo.Vi siete mai chiesti perché riescono a passare interi minuti davanti al frigo per cercare il parmigiano che gli avete chiesto di prendere mentre la pasta si sta incollando? Ma poi perché non ha nessuna difficoltà a trovare le birre fresche quando sta vedendo la partita con gli amici? Mistero… domani in onda su quell’orribile canale.

Tutti questi fenomeni e tanti altri, come una sconvolgente sensibilità tattile al calore delle pentole che buttano per terra distruggendo cene,o inspiegabili dermatiti scoppiate a causa dello Svelto per lavare i piatti, si riassumono nella parola distruzione manifestata in sorprendenti modalità.

Non ci credete?

Donne, avete presente quando siete davanti ad un film e vi viene voglia di quella buonissima cioccolata fondente con l’interno morbido all’arancia che avete comprato la sera prima e che avevate nascosto con illusoria arguzia nella scatola del riso basmati sotterrata da altri pacchi di pasta, a loro volta coperti da tovaglie di pizzo inutilizzate del corredo? Mmmm… Bene..Vi avvicinate con passo felpato al nascondiglio già sbavando, spostate le tovaglie, spostate la pasta, aprite la scatola del riso…mmmm…. E guarda un po’… Scomparsa.

                                                                                        DELETED

Eppure non trovava i cucchiai.

PS Cracco non esiste è solo frutto dei vostri desideri e a me è molto antipatico. I pinguini sono più dolci ma la cioccolata all’arancia non dovevano toccarmela

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *