Musica: intervista esclusiva agli ODD
Non è facile, oggi, ascoltare un nuovo gruppo di giovani ragazzi che si affacciano nel mondo della musica e rimanerne piacevolmente sconvolti fin dal primo ascolto. Un ascolto che dura circa 30 minuti, ma che sembrano volare.
Ma di chi stiamo parlando? Gli ODD sono un gruppo post progressive, sperimentale composto da 6 ragazzi e una ragazza, tutti di Roma. Il gruppo, nato precisamente un anno fa, nasce da un progetto tribute dei Pink Floyd ma, le numerose influenze, portano i ragazzi ad elaborare un sound del tutto personale e originale. L’11 Settembre suoneranno nella capitale, al Traffic Club Roma, dalle ore 21.00. Per loro si tratta del primo e vero proprio live, in una serata dove gli special guest sono tutti e sette. Se l’effetto è quello che si ottiene ascoltando la loro musica, allora sarà solo la prima data di una lunga serie. Il senso di libertà che dà i loro pezzi è raro da scoprire. Cerchiamo di conoscerli meglio e, a raccontarci chi sono, ci ha pensato uno dei chitarristi, Luca Scarfidi.
Lo dite voi stessi, i Pink Floyd sono la band che vi ha ispirato. Come mai proprio loro?
“Gli ODD sono nati nel 2012 come Tribute Band dei Pink Floyd con il nome di Prisma’s Theory. In quel momento i Pink Floyd erano l’elemento comune a 6 teste pensanti che componevano la band, era intrigante l’idea di dedicargli la nostra attenzione in attesa di elaborare un sound personale. Poi dai, facciamo un po’ di retorica, i Pink Floyd sono indubbiamente la più grande band di sempre a livello musicale. Non hanno rivoltato solo il modo di suonare musica, ma anche il modo di pensarla e di rapportarsi ad essa: hanno introdotto il concetto di musica come opera d’arte.”
Ce ne sono altre con le quali siete cresciuti e dalle quali avete preso spunto e idee?
“Siamo 7 nel gruppo, e ascoltiamo tutti quanti musica diversa. Se fosse possibile creare un’unica persona con queste menti unite, beh, questa persona ascolterebbe tutto, e si lascerebbe influenzare da tutto: dal jazz al dark folk metal passando per l’elettronica e Marco Carta. E’ evidente che quando sono cosi tante le persone che scrivono un brano sono altrettante le influenze che vi entrano. Citando qualche grande nome che ci accomuna: Porcupine Tree, Tool, Karnivool, GY!BE, Mogwai, Opeth.. e cosi via.”
Siete sette ragazzi, e tutti italiani. Come mai la scelta di cantare in inglese?
“Lo sanno tutti, l’inglese è più musicabile come lingua rispetto all’italiano. Si presta molto di più ad essere plasmato su una qualsiasi traccia musicale. Per noi viene sempre prima la musica, poi le parole, mai il contrario, quindi è evidente che l’inglese è la lingua più indicata. Inoltre quella che facciamo è una musica che per forza di cose non può rivolgersi solo al pubblico italiano. Oramai con i social puoi arrivare anche in India e a quel punto è evidente che è più comodo l’inglese. E sia chiaro che non abbiamo nemmeno un fan in India.” {ads1}
Il nome della vostra band deriva da qualcosa in particolare?
“Certo. La questione era stata a lungo dibattutta, si cercava un nome corto, facile da ricordare ma che rispecchiasse lo spirito del gruppo. La scelta è caduta su ODD. La traduzione in italiano rende tutto più chiaro: odd significa -strano- ma anche -dispari-. E quindi rispecchia benissimo la band. Siamo strani perchè anticonvenzionali e certo non disprezziamo i tempi dispari (nota per musicisti esperti).”
Nonostante la giovane età del gruppo, gli ODD hanno già all’attivo un ep autoprodotto (Last Gear – 19 Luglio 2014). “Last Gear”, che cos’è e da cosa nasce?
“Last Gear è il nostro primo ep autoprodotto uscito il 19 Luglio 2014 registrato negli Apocalypse Studios di Francesco Mattei. (Disponibile ovunque, da youtube a soundcloud). Last Gear si articola attraverso tre capitoli. Il primo è costituito dalla trilogia di Paku, il secondo dal brano -A Man- e il terzo è proprio Last Gear (anch’esso diviso in due movimenti). Nello svolgersi dei vari brani viene costruita una visione generale del mondo attraverso due punti di vista: quello di un ipotetico Dio chiamato Paku; e quello di un uomo comune che cerca di affermarsi all’interno della società. La visione che emerge è un po lo specchio della società odierna rappresentata da uomini inetti che desiderano scalare le gerarchie sociali ma sono consapevoli di essere solo uomini (A Man), gli ultimi gradini della scala sociale (Last Gear). A questo si aggiunge un Dio che si limita ad osservare e giudicare e illude l’uomo con false speranze (Paku I-II-III). Quest’ep nasce dal nostro bisogno di dire la nostra tanto da un punto di vista musicale (attraverso la sperimentazione) quanto da uno concettuale (attraverso i testi).”
La vostra è una musica particolare, che mescola più generi tutti insieme. Se dovesse darvi uno stile, quale vi dareste?
“Altra questione complessa. Sai, queste etichette musicali sono un limite: se ci definiamo progressive tralasciamo una fetta enorme delle nostre influenze, se ci definiamo post rock ne tralasciamo altre ancora e cosi via. Per esigenze è chiaro che dobbiamo appartenere ad un genere -e diremmo musica sperimentale- Ma in realtà gli ODD sono ODD. Non appartengono ne’ al progressive ne’ al post rock, sono tutto quello che ascoltano, sono ODD. Siamo unici.”
Al mondo d’oggi sono tanti i giovani che cercano la strada verso il successo, e tanti la cercano attraverso show e contest televisivi. Voi, invece, avete preferito altro. Come mai?
“Fanno bene! Effettivamente uno show televisivo è sicuramente la via più diretta per arrivare al successo (parolone, il successo è ben altra cosa). Però è una via in cui la parola d’ordine è -compromesso-. Bisogna adattarsi a canoni musicali prescritti, ai gusti dell’ascoltatore italiano medio. Non è una via sbagliata, anzi, per un interprete musicale (cioè il 99% degli artisti italiani) è la via migliore. Ma per noi non avrebbe alcun senso sceglierla. Non siamo interpreti, e non seguiamo i canoni della musica moderna. Facciamo musica sperimentale, la nostra via è un’altra e non è conciliabile con uno talent show. Ma sarebbe sbagliato definirla musica elitaria, per pochi, anzi. Il limite dell’ascoltatore medio è la sua pigrizia, non certo il suo orecchio. La musica che facciamo può piacere a chiunque, basta solo un po’ di voglia di ascoltare qualcosa di nuovo e anticonvenzionale.”
Ora fate un po’ i modesti e provate a convincerci su perché, tra tanti gruppi emergenti, una persona dovrebbe scegliere di ascoltare proprio voi…
“La modestia non ci appartiene, siamo consapevoli di rappresentare un qualcosa di totalmente diverso e unico nel panorama della musica emergente. Il difetto di molti gruppi emergenti è quello di appellarsi ai loro miti e riproporre la stessa musica, senza innovazione. E’ evidente che nessun ascoltare può trovare stimolante un gruppo che ripropone (male) un artista più conosciuto. Noi abbiamo costruito un sound del tutto personale che si appella ad uno spettro di artisti esteso che può richiamare alla memoria diversi gruppi più o meno noti ma nessuno di essi è in grado di racchiudere gli ODD. Siamo un caleidoscopio musicale in cui tutti gli ascoltatori possono riconoscere qualcosa ma mai afferrare tutto l’insieme senza essere travolti da novità ed emozione. Perciò chi non ha voglia di sentire le solite canzoni strofa-ritornello ma ha voglia di immergersi in un ambiente musicale nuovo ed essere trasportato dalla musica.. beh.. cosa fate ancora qui?”
Ps. A gennaio 2014 gli ODD entrano in una collaborazione con la Jeg Organizzazioni, agenzia di promoting che organizza numerose date per gli ODD all’Init (2 volte), al Planet (ex Alpheus, 2 volte). Questa collaborazione si conclude nel Giugno 2014. Parallelamente gli ODD partecipano ad un contest (Emergenza Festival), e dopo aver suonato allo Zoobar e al BlackOut arrivano in Finale, che si è svolta il 30 Marzo nel prestigioso Atlantico di Roma, arrivando quarti classificati (miglior bassista della rassegna).
Twitter @ODDProfile – Facebook Odd – Link dell’evento di Roma – Dove ascoltare “Last Gear”
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