Quando l’anti-razzismo copre la pedofilia

Tra il 1997 e il 2003, 1400 bambini sono stai vittime di abusi. Dove?
Nella tanto civilizzata e moderna Inghilterra: Rotherham la città di riferimento del “terrificante traffico”. Il report che ha portato alla luce tali misfatti è stato scritto da Alexis Jay su commissione del Rotherham Borough Council. Da tale report è emerso che coloro che hanno torturato, stuprato e venduto tali bambini per anni hanno tutti un elemento comune: la nazionalità asiatica.

Network di pedofili. In passato, tra il 2002 e il 2006, erano già state avviate tre inchieste sul tema, ma si erano dimostrate un fallimento totale in quanto nessuna aveva portato a risultati concreti anche se “non avrebbero potuto essere più chiari nella descrizione della situazione a Rotherham”. Nel Novembre 2010 il caso è poi, finalmente, venuto a galla: cinque uomini asiatici furono arrestati per aver stuprato delle minorenni. Due anni dopo, nel 2012, il giornalista del Times, Andrew Norfolk, pubblica un rapporto confidenziale della polizia, risalente al 2010 appunto, da cui si ricavava che casi simili erano diffusi effettivamente intorno a Rotherham: un vero e proprio network di pedofili costituto da uomini asiatici. A questo punto, il Borough Council e la polizia del South Yorkshire hanno creato il CSE, Child Sexual Exploitation team, con il compito di stilare un rapporto per verificare la veridicità delle accuse.
Ovviamente, il capo del Council, Roger Stone, ha immediatamente rassegnato le dimissioni a seguito della diffusione di tali informazioni: «Credo che sia un dovere per me, come leader, di assumersi le responsabilità di un fallimento storico descritto così chiaramente».
Secondo il parlamentare Denis MacShane la colpa sarebbe della polizia, che avrebbe tenuto nascosto ai politici le proprie informazioni: «È chiaro che il traffico interno di ragazzine appena adolescenti è molto più esteso di quanto non abbiamo mai pensato».

White trash. Se a Rotherham i colpevoli potevano essere identificati in uomini asiatici, nelle città vicine, tra cui Oldahm, Rochdale e Derby, il dato comune risulta la nazionalità pakistana, tanto che Norfolk dichiara: «Nelle altre realtà, tutti gli arrestati sono pakistani. Dobbiamo ancora capire come sia stato possibile e perché siano tutti pakistani». Le vittime venivano chiamate “white trash“, ossia “spazzatura bianca”, un appellativo da cui traspare un razzismo radicato. Queste venivano stordite con alcool e droghe, minacciate con pistole, cosparse di benzina per poi essere sotto poste ad umiliazioni di carattere sessuale. Parliamo sempre di bambini, quindi di essere incapaci di difendersi, la cui vita (nel vero senso della parola) era stata affidata ai servizi sociali del Comune, da cui, però, non hanno ricevuto alcuna protezione.
Una vittima conosciuta on lo pseudonimo di Isabel ha rivelato: «Ero una bambina e loro sarebbero dovuti intervenire». E, ancora, riguardo al suo stupratore: «Credo che la polizia e i servizi sociali fossero al corrente, e loro non lo hanno fermato, penso che questo lo incoraggiò. Era quasi diventato un gioco per lui. Era intoccabile».

Negligenza. Insomma, tutti sapevano ma nessuno interveniva in maniera definitiva. Perché?
Nel 2013 il Council è finito sotto accusa della Commissione Affari Interni a causa dei troppi ritardi nelle indagini e Martin Kimer, capo del Council, si scusò pubblicamente con «le famiglie e le giovani vittime che sono state lasciate sole». Nello stesso anno, è stata avviata anche un’inchiesta indipendente per risalire al numero dei casi presi in cura dai servizi sociali dal 1997.
Polizia e assistenti sociali sono indubbiamente colpevoli di negligenza: una scelta dovuta alla paura di essere accusati di razzismo in uno stato in cui domina la “correctness“: concetto che sicuramente non giustifica torture e stupri, poiché niente potrebbe mai motivare un simile comportamento, che non può essere neanche essere ritenuto “umano”.
Attualmente, South Yorkshire Police conta ventinove persone accusate di sfruttamento sessuale di bambini solo nella città di Rotherham.

 

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