Coppa Italia, reazione Juve

La Juve torna a vincere. Puntuale, spietata, famelica, come la vorrebbe Conte.

Certo, i ritmi e le movenze non sono quelli della macchina schiacciasassi vista in campo lo scorso anno o in questa stagione contro il Chelsea. Ma gli ingranaggi bianconeri sono tornati a girare nel verso giusto, e dopo la figuraccia di domenica scorsa contro Sampdoria questa è la cosa più importante. D’altronde era impossibile aspettarsi il miracolo da un giorno all’altro. Anche perché dall’altra parte del rettangolo di gioco il Milan non ha demeritato. Tutt’altro. La truppa di Allegri esce a testa alta, e forse anche con qualche recriminazione per le occasioni sciupate nel finale.

Ai rossoneri bastano 6’ per portarsi in vantaggio col solito El Shaarawy. A Giovinco invece ne occorrono 12 per riaprire la partita alla maniera di un recente indimenticato ed indimenticabile numero 10: la mattonella è quella giusta, il tiro forte e angolato quanto basta per lasciare Amelia pietrificato. Ovazione dello Juventus Stadium. Poi le maglie si stringono e gli spazi si chiudono. La formica atomica va per due volte vicina al raddoppio ma non trova più la precisione e la potenza necessari per sottrarre qualcos’altro al proprio numero di maglia.

La ripresa parte un po’ moscia, con la Juve che a poco a poco arretra, ma comunque costruisce, specie dopo l’ingresso di Vucinic. Il Milan invece guadagna campo, mostrando tra l’altro un’invidiabile condizione atletica. Sicuramente migliore di quella degli avversari, che terminano i 90’ stretti alle corde. La scossa decisiva allora la dà Conte: fuori lo stremato Lichtsteiner e dentro col 4-3-3 (ma gli esterni d’attacco giocano di fatto a centrocampo), ché è meglio non scoprirsi troppo quando c’è chi è già pronto a definirti “in crisi” a caratteri cubitali.

I bianconeri ritrovano le energie: De Ceglie sgroppa, Giaccherini dirige il contropiede e Vucinic ruba il tempo a tutti. 2 a 1, e adesso tutti dietro. Il fortino per un po’ regge e convince, poi la truppa di Allegri guadagna il fondo e stringe l’assedio. Solo la cattiva sorte (punti di vista) nega a Traoré la gioia di una serata indimenticabile: la sua fucilata viene respinta dai guantoni di Storari. Proprio come le ambizioni del Milan. E la Juventus vola in semifinale.

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