L’infinita saga dei golpe contro Cuba
Dietro le presunte azioni umanitarie della USAID gli Stati Uniti nascondevano il tentativo di destabilizzare il governo cubano. Una notizia che ha fatto il giro nel mondo ma in Italia non ha avuto molto spessore. Forse perché siamo disattenti, più probabilmente perché sono cose lontane. La storia si ripete, si diceva una volta, ma in casi come questi sembra piuttosto che essa non sia mai cambiata.
Secondo un’inchiesta della Associated Press, venuta in possesso di oltre un migliaio di documenti, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) avrebbe inviato a Cuba giovani agenti sotto copertura. Sebbene ufficialmente i ragazzi latino-americani (provenienti dal Venezuela, dal Costarica e dal Perù) si trovassero a Cuba per progetti umanitari e di sostegno allo sviluppo, in realtà il loro ruolo era di reclutare eventuali dissidenti per azioni antigovernative. In seguito alle rivelazioni la stessa Usaid, strettamente legata alla CIA, ha dichiarato che gli agenti avessero il compito principale di “promuovere la democrazia” a Cuba e che il progetto anti HIV per il quale erano impiegati fosse in realtà solo un obiettivo secondario. {ads1}
Un’attività che si inserisce nel novero dei numerosissimi tentativi del governo americano di infiltrarsi nell’isola, il più famoso dei quali forse è ancora il caso della baia dei porci, e che, come è evidente, non si sono mai fermati. Nonostante, ad esempio, l’arresto all’Avana nel 2009 di Alan Gross, contractor della Usaid, condannato a 15 anni per attività destabilizzanti e ancora detenuto a Cuba.
E nonostante la stessa Associated Press avesse rivelato, ad aprile, il tentativo degli Stati Uniti di far nascere una rete social eversiva all’interno dello stato cubano: il progetto ZunZuneo, un social media in stile twitter da diffondere fra i giovani per spingerli alla dissidenza.
Viene da pensare che quella degli USA nei confronti del continente Latino Americano sia una vera e propria mania della quale in fin dei conti non sono nemmeno troppo responsabili. Potremmo infatti scientemente continuare ad accusare di furto un cleptomane? Certamente no, basterebbe farci attenzione e tentare di metterlo nelle condizioni di non rubare. E con la mania golpista degli americani che si potrebbe fare? Nel dubbio i presidenti di Venezuela (Maduro), Ecuador (Correa) e Bolivia (Morales) hanno optato per una soluzione drastica: via dal loro territorio le Agenzie per la sicurezza USA, insieme a tutte le ONG-paravento che si sono portate appresso.