Il perseguitato immaginario
Queste sono ore decisive per sapere chi conquisterà il gradino più alto della Figc. Nonostante le gaffe, alcune società continuano a sostenere la candidatura del politicante Carlo Tavecchio. Invece, i calciatori non ci stanno e vogliono cambiare questo sistema con Demetrio Albertini.
Una delle partite più importanti, quella per l’elezione del presidente della Federcalcio diventa sempre più aspra e tutti, ma proprio tutti non vogliono tirarsi indietro. Il prescelto per quella poltrona doveva essere Carlo Tavecchio, ma fortunatamente in queste ore qualcosa è andato storto. Al caro e vecchio politicante non manca proprio nulla: condanne passate in giudicato come elenca nel suo blog su “Il Fatto Quotidiano“ il consigliere del Partito Democratico, Andrea Viola, e qualche concetto a dir poco razzista. Non gli bastava la frase “prima mangiava le banane” offendendo il calciatore della Lazio, ma pochi giorni dopo, l’Indefindibile ha proseguito sfogandosi in una privata (ma non troppo) conversazione telefonica con il finto Luciano Moggi, preparata ad hoc dallo staff della trasmissione “La Zanzara“. In quell’occasione, l’uomo con i suoi modi rozzi e la furbizia arcaica, si sentiva il perseguitato di turno, affermando “Amico mio, cosa vuoi fare. Mi hanno tirato in mezzo perché non avevano altro questi qua. Vediamo, ci saranno dei colpi di coda che mi faranno. A me ne hanno fatte di tutti i colori“. Il penta condannato ha concluso la chiamata attaccando anche il suo unico avversario per la poltronissima, Demetrio Albertini “E c’è quell’altro bel signore, che ha detto che lui non c’entra niente. Ma come, ha la squadra in mano da otto anni. Sono pochi che si prendono la responsabilità nella vita, pochi, pochi“. {ads1} Anche i calciatori, che nel passato pur votando difficilmente si erano intromessi in queste vicende, stanno dicendo la loro. Sono stati ben chiari i messaggi tuonati da Daniele De Rossi e Giorgio Chiellini, che in qualche modo stanno spingendo per smuovere o addirittura cambiare il mondo del calcio italiano. Il giallorosso non utilizza mezzi termini, specificando che “le parole dette da Tavecchio sono gravi. In America, in Francia, in Inghilterra, per cose così, dopo un giorno ti fanno dimettere – aggiunge il centrocampista della Roma – se io litigo con un ragazzo di colore in campo e gli dico ‘tu mangi le banane’ sarà una gaffe e quindi guai a squalificarmi“. Invece, lo juventino è ancor più chiaro “Non c’è niente di personale nelle mie parole, ma credo che in questo momento ci sia solo una persona adeguata a quel ruolo, ovvero Demetrio Albertini. Magari ci sono dei punti nel suo programma che si scontrano con alcune società, ma bisogna scegliere giustamente per il bene del calcio italiano e non per interessi singoli“.
Intanto il presunto perseguitato sembra tacere, almeno in queste ultime ore. Il problema gigantesco, che si propone davanti a tutti coloro che hanno diritto al voto, è sopratutto per la figura istituzionale di Carlo Tavecchio. Nonostante le ripetute gaffe, alcune società credono ancora in lui e la sua elezione a presidente della Federcalcio, si potrebbe avverare al secondo scrutinio, ottenendo i due terzi dei voti validi. Pur augurandomi per il bene del calcio che tutto ciò non accada, fra qualche anno potremmo trovarci davanti all’Indefinibile, che sulla poltronissima critica fortemente, con parole di circostanza, episodi di razzismo accaduti all’interno degli stadi italiani. In quel momento ci sembrerà un qualcosa di fantasioso, e sarà solo un’altra barzelletta italiana.