Chef, la ricetta dello street food al cinema

Nell’ambiguo clima estivo di questa strana estate romana, la programmazione cinematografica sembra, come ogni agosto, sparire davanti al recupero dei film dell’annata appena trascorsa, nelle arene, nei festival, nei parchi. Il 30 luglio, in totale controtendenza, è invece uscito Chef, La ricetta perfetta, nelle sale italiane.

Ancora una volta non si può che rimanere allibiti davanti alla mano infelice dei titolisti all’italiana. Il titolo originale, semplicemente e incisivamente, Chef, è stato sostituito da uno intenzionalmente più esaustivo. Fin qui tutto normale se di ricetta perfetta non vi fosse traccia, di una sua ricerca, di una sua suggestione, almeno di una sua menzione.

Il debutto negli Stati Uniti, avvenuto il 9 giugno, è stato accolto da una povera messe di incassi. Eppure il film si lascia piacevolmente vedere, non per la struttura dell’intreccio o la profondità dei personaggi, quanto piuttosto per un’estetica insistita della golosità. Aglio, burro, olio, di nuovo burro, bacon, fritture, salse, scorrono copiosamente sulla colonna sonora di musiche latine. L’effetto food-porn è assicurato e saggiamente ricercato.

La commedia è dominata dal volto tondo del protagonista Jon Favreau, il cuoco Carl Casper, che è anche regista, produttore, sceneggiatore del film. Vederlo affilare il coltello su una bistecca rosa oppure spalmare a valanga il burro su un toast al formaggio, è una vera delizia per gli occhi. Ma qui il bello finisce. Fatta eccezione per alcune questioni di grande attualità, come il potere dei social network, o il conflitto tra creatività e tradizione, il film si arena pesantemente sull’eterno dramma familiare, sul rapporto mancato fra un padre assente e suo figlio quasi adolescente. {ads1} All’americano evidentemente piace, come piace mettere sei teste d’aglio in un pesto, oppure aggiungere il prezzemolo ad una pasta aglio e ojo, l’eterno ritorno ai temi della famiglia, dell’amore, degli affetti. Anche l’esattezza culinaria rimane lontana dalle premure di chi ha firmato il film e che in passato ha diretto storie di super eroi (Iron Man, Iron Man 2) e commedie prive di spessore. Senza un minimo di originalità, il topic del padre incompetente prende il sopravvento persino su un trio di attori invidiabili, come Scarlett Johansson, Dustin Hoffman e Robert Downey Jr.

Twitter @LaviniaMartini_

 

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