Da Roma all’Oriente in una sola ora

L’American Museum of Natural History di New York si è occupato di organizzare la mostra Sulla Via della Seta, alla quale è possibile assistere, fino al 10 di marzo del 2013, recandosi al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Sette sale che illustrano in maniera alquanto suggestiva, data l’impeccabile ricostruzione di un’atmosfera che, tuttora, richiama, nell’immaginario occidentale, gli scenari di una buona parte dell‘Emisfero orientale, come, attraverso un enorme percorso, nacquero rapporti commerciali e culturali, che, da una parte, segnarono lo sviluppo di civiltà come quella dell’Egitto, della Cina, dell’India e di Roma e, dall’altra, l’inizio della globalizzazione e della conseguente complessità delle economie contemporanee.

Con un’estensione di circa 8000 chilometri, questo enorme tragitto è stato il centro di scambi di numerosissime merci, ma anche di pensieri, tradizioni ed ideali, per lunghissimo tempo; la Via della Seta fu infatti iniziata nel 114 a.c. e sopravvisse fino al XV secolo, circa 150 anni dopo le esplorazioni di Marco Polo, quando si aprirono le vie marittime.
La via della seta si divideva in due fasci di strade, uno settentrionale e uno meridionale; è sul primo che la mostra esposta a Roma si è voluta incentrare, focalizzando l’attenzione su quattro principali città ovvero Chang’an (l’attuale Xi’an), Turfan, Samarcanda e Baghdad.

L’odierna Xi’an costituiva una delle città più tolleranti a livello religioso ed era contraddistinta da una solida struttura amministrativa: all’interno della prima sala della mostra è possibile effettuare un viaggio a ritroso nel tempo e ammirare le numerosissime statuine raffiguranti cammelli carichi di merci, inoltre viene illustrata, nel dettaglio, la tecnica di lavorazione della seta; proseguendo lungo il percorso, sia della mostra che, con un po’ d’immedesimazione, della via della seta vera e propria, si giunge allo spazio dedicato a Turfan, dove viene descritto anche il metodo di costruzione dei “karez”, ovvero sistemi d’irrigazione, che hanno reso questa città un’oasi del deserto. La penultima tappa illustra la città di Samarcanda, situata nell’odierno Uzbekistan, nella quale alcune leggende narrano che vi venne fondata la prima cartiera in terra islamica, dato che i musulmani, in seguito alla vittoria contro le forze cinesi, portarono in questa città i prigionieri, i quali svelarono ai vincitori il segreto della carta appunto. Infine si giunge a Baghdad, antica capitale del mondo islamico, un tempo città della cultura e della pace, la quale rappresentò, nel VII secolo, il centro intellettuale dell’Oriente, dove si riunivano scienziati e letterati per approfondire le rispettive ricerche.
Se dunque si vogliono rivivere, almeno in parte, le avventure raccolte nel Milione di Marco Polo, è sufficiente recarsi al Palazzo delle Esposizioni nei prossimi due mesi.

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