“Oltre il bipolarismo”: se Monti e Berlusconi inaugurano il 2013

Siamo ai blocchi di partenza. Se la fine del 2012 ci ha costretto a tirare le somme – e la cinghia – e a fare bilanci, l’inizio del nuovo anno si presenta altrettanto complesso, con l’appuntamento delle elezioni sempre meno lontano.

A livello fiscale il 2013 ci saluta con l’aumento ormai preannunciato dell’Iva dal 21% al 22% e il debutto di tre nuove tasse, che riguardano soprattutto la casa e gli investimenti: a far compagnia all’Imu arriva infatti l’Ivie, l’imposta sul valore degli immobili all’estero, mentre scatterà a Marzo la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie; altra grande protagonista è infine la nuova tassa sui rifiuti, la Tares, che arriverà ad Aprile. Ma non solo (dicono) note dolenti: c’è grande aspettativa infatti per il fondo per il calo delle tasse, che sarà rimpinguato con i ricavi della lotta all’evasione, grazie all’aiuto di un nuovo redditometro.

All’alba del 2013 l’Italia elettorale si presenta con uno schieramento se non altro variegato, che va dall’arancione di Ingroia al nero di CasaPound, passando per Sel e il nuovo “centrino” di Mario Monti: in questa nuova stagione politica, partita già dalle primarie di centrosinistra, il Professore è infatti la grande novità che, insieme a Silvio Berlusconi, sta catalizzando l’attenzione mediatica negli ultimi giorni. Dagli studi radiofonici della Rai il premier uscente ha lanciato ieri il succo del suo indirizzo: “Se finisce il bipolarismo si farà un passo avanti”, ha affermato, e a suggello dell’obiettivo ha parlato anche di maggioranze larghe, perchè “d’ora in poi per realizzare riforme, occupazione e crescita dovremmo avere un’altra coalizione: dovremo coalizzare chi è disponibile per le riforme e non per la conservazione”, dove i conservatori sarebbero, ad esempio, “Vendola e Fassina“, che “vogliono conservare per nobili motivi ed in buona fede un mondo del lavoro cristallizzato, iper-protetto rispetto ad altri paesi. Io sono per avere in Europa una tutela ancora più avanzata dei lavoratori, ma con condizioni che favoriscano la creazione di posti di lavoro”. Dichiarazione, questa, a cui il governatore della Puglia, parlando di “antico riflesso autoritario”, ha risposto immediatamente: “Monti pensa che difendere i lavoratori sia un atteggiamento conservatore. Difendere i ceti possidenti viceversa sarebbe segno di innovazione. Ecco che Monti si mostra subito come un politico di razza: razza padrona, per la precisione…”

Il Cavaliere intanto su Sky rispolvera il suo veccho repertorio: durante la mattinata aveva affermato che era meglio votare Pd piuttosto che Monti, ma nel pomeriggio, su Skytg24, ha cercato di emarginare il premier uscente definendolo come una persona priva di credibilità, incentrando l’attenzione sul suo vero avversario, Pierluigi Bersani, che “viene dall’ideologia comunista”. Insomma, un bel pasticciaccio, su cui Fini non ha esitato a ironizzare: “Cosa dirà a tarda sera? Forse che un complotto ha travisato il suo pensiero”. Eppure, nonostante la sua figura stia quantomeno perdendo colpi, Silvio Berlusconi ha tirato fuori dal cassetto il ruolo da padrone dell’Impero, che gli riesce molto bene: “Quando mi interrompono è come se togliessero un cd nel momento più bello della canzone”, ha detto. “Si, ma io non sono, come dire, la sua orchestra”, ha puntualizzato il giornalista Sky. Che si è sentito rispondere: “Lei è in un’orchestra che ho creato io, perchè questa televisione l’ho fondata io”. Niente da eccepire. Touché.

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