Il silenzio sugli innocenti

Mentre buona parte degli italiani comincia a sguazzare tra le onde e un’altra consistente fetta sfugge ai torpori estivi barricandosi presso rifugi più rinfrescanti, chi rimane sicuramente a lavoro è l’Istituto superiore di Sanità. 

Dopo mesi in cui non si trovavano i finanziamenti – facilmente reperibili invece per lo studio della sigaretta elettronica (410mila euro) e dello stress da lavoro (480mila euro) – lo studio epidemiologico Sentieri è riuscito a portare a termine un importante aggiornamento sui dati intorno all’Ilva di Taranto e alla Terra dei Fuochi.

I risultati, sono devastanti. Nell’area tarantina si registra un terrificante aumento del 21% di decessi infantili. I tre indicatori sanitari infatti «sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, quali: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche», cui aggiungere «molte altre patologie in entrambi i generi, rafforzando l’ipotesi di un contributo eziologico ambientale in un’area come quella di Taranto ove è predominante la presenza maschile nelle attività lavorative legate al settore industriale». Ma ciò che più colpisce è il dato riferito agli infanti, per i quali si registra «un eccesso di mortalità per tutte le cause – a determinare che – il rapporto standardizzato di mortalità è 121, ovvero un eccesso del 21%, e di ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute».
Non sono sicuramente più confortanti i risultati relativi alla Terra dei Fuochi: «il quadro epidemiologico della popolazione residente nei 55 comuni della Terra dei Fuochi è caratterizzato da una serie di eccessi della mortalità e dell’ospedalizzazione per diverse patologie a eziologia multifattoriale, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani». Incredibile, tristemente incredibile nella fattispecie il dato di Caserta, ove la fascia 0-14 è esposta a un concreto rischio leucemia e dove «i tumori del sistema nervoso centrale sono aumentati dell’89% rispetto all’indice».

Dati devastanti, da spezzare il fiato a tanti, ai più, e che continuano invece a lasciare imperterriti coloro che proseguono nel far impunemente ammuffire situazioni note, arci-note e gestite e architettate dai soliti noti e arci-noti. Eppure, basterebbe poco, tipo adeguarsi alle norme europee o al puro e semplice rispetto delle normative vigenti: l’associazione Peacelink, per voce di Alessandro Marescotti, si è già detta impegnata a inviare «un apposito rapporto con questi dati alla Commissione Europea perché venga accelerata la procedura di infrazione per l’ILVA, applicando l’articolo 8.2 della direttiva 75/2010 che prevede il fermo degli impianti che non rispettano l’AIA in caso di gravi problemi sanitari».
Nel solito, consueto e assordante silenzio di politici e amministratori locali che sui social o nelle “stanze dei bottoni” pontificano su queste e quelle altre vicende, a Taranto e nella Terra dei Fuochi continuano a morire in tanti. Tanti, troppi, anche bambini. Quelli che riescono a nascere sani.

N.B. «I risultati sono espressi mediante gli appropriati indici statistici relativi alla mortalità, ospedalizzazione e incidenza oncologica: Rapporto Standardizzato di Mortalità (SMR), Rapporto Standardizzato di Ospedalizzazione (SHR), Rapporto Standardizzato di Incidenza (SIR), ognuno dei quali rappresenta l’eccesso o il difetto dell’occorrenza del fenomeno in studio rispetto alla popolazione di riferimento (quella regionale per mortalità e ospedalizzazione e quella fornita dall’Associazione Italiana dei Registri Tumori per l’incidenza oncologica). Tali indici sono espressi in percentuale essendo 100 il valore di riferimento. A scopo esemplificativo: un SMR di 110 esprime un eccesso del 10%; viceversa un SMR di 90 esprime un difetto del 10%».
Fonte: ISS

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *