Vaccini, la Procura indaga sull’esavalente

L’Italia è uno dei cinque Paesi europei che prevede il vaccino obbligatorio (assieme a Francia, Belgio, Grecia e Portogallo). Com’è noto però, ai quattro vaccini prescritti dal Sistema sanitario (difterite, tetano, poliomielite, epatite B) se ne aggiungono solitamente altri due, quello per pertosse e Haemophilus influenzae di tipo b.

È il cosiddetto vaccino esavalente, la cui reale funzionalità e i cui possibili danni dovranno ora essere verificati dalla Procura di Torino, che ha accolto l’istanza del Codacons nella quale viene richiesta più chiarezza in materia. Secondo l’associazione dei consumatori, infatti, la prassi di somministrare in una sola seduta l’intero pacchetto di vaccini «può comportare danni da sovraccarico e choc del sistema immunitario». Senza contare che «sul fronte economico, la procedura comporta un evidente spreco di soldi pubblici a carico del SSN, che deve acquistare e somministrare 6 vaccini anziché i 4 previsti dalla legge». Per un totale di spesa che si aggirerebbe intorno ai 114 milioni di euro l’anno.

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Quanto c’è di vero? Difficile essere correttamente ragguagliati in un mondo, come quello della scienza medica, dove anche la controinformazione diventa facile preda di una stampa apocrifa e disinformata. Ciò che appare chiaro, secondo il parere della medicina ufficiale, è che i rischi corsi dal bambino che si sottopone al multivaccino sono in realtà minimi, ed estremamente minori a quelli in cui incorrerebbe qualora invece vi si sottraesse. È quanto sostiene Stefania Salmaso, direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, per la quale anche il risparmio che deriverebbe allo Stato dalla mancata erogazione dei vaccini sarebbe in tutto illusorio, poiché non tiene conto delle enormi risorse che dovrebbero essere dispiegate in un secondo momento per la cura di forme epidemiche causate da una mancata prevenzione vaccinale. Per altro verso è innegabile che alcuni pazienti neonati abbiano riscontrato gravi danneggiamenti dopo essersi sottoposti ai vaccini prescritti, anche se ancora nessun legame certo è stato riscontrato tra i due fenomeni. Alla presunta tossicità derivata da tracce di mercurio nelle dosi è stato posto rimedio imponendo alle case farmaceutiche di rimuovere l’etilmercurio dai loro prodotti, e anche riguardo la Sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) il governo sembra smentire qualsiasi connessione.

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I genitori però si preoccupano, e in molte regioni italiane ricorrono al “dissenso informato“, una liberatoria in cui dichiarano, dopo essersi consultati con i medici dell’Asl, di rinunciare alla copertura vaccinale prevista per i loro figli. Ed è, a conti fatti, l’unica valida alternativa che hanno, poiché se volessero reperire i singoli vaccini andrebbero incontro a grandi difficoltà. Facile congetturare come dietro questi ostacoli ci sia la firma dell’industria farmaceutica, che chiaramente ha tutto l’interesse affinché i prodotti vengano venduti all’ingrosso. Così la pensa il farmacologo-tossicologo Roberto Gava, polemico in generale per quanto riguarda la vaccinazione di massa. «La terapia farmacologica va sempre personalizzata» afferma, e «un vaccino non può essere somministrato senza un’attenta valutazione del suo rapporto rischio/beneficio per ogni singolo bambino». Gava fa inoltre notare come «diversamente dagli altri Paesi, in Italia non abbiamo alcun censimento reale di quanti siano i danneggiati da vaccini, anche se sarebbe molto facile da parte del nostro Ministero organizzare una vaccino-vigilanza attiva chiedendo ai genitori di segnalare, con un apposito modulo, tutti i disturbi, lievi o importanti, che si manifestino in loro figlio dopo la vaccinazione». Provvedimenti e misure precauzionali che lo Stato dovrebbe al più presto adottare, soprattutto quando in gioco c’è la salute dei suoi cittadini.

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