Belgio-Algeria: una busta da tre punti
Prima partita del gruppo H a Belo Horizonte. Molta curiosità per vedere all’ opera il Belgio che, dopo i fasti degli anni ’80 e ’90, cerca di tornare protagonista con una impressionante generazione di fenomeni. Pronti via e al terzo minuto l’ arbitro impone la giacca a Wilmotz.
Mah…evidentemente l’hard show croato ha segnato il mondiale. Copione scontato con i belgi a fare la partita e l’Algeria compressa dietro la linea della palla. Dopo un quarto d’ora il Belgio capisce che de sbocchi nun se ne parla e comincia senza successo a cercare la soluzione da fuori. L’Algeria dà l’impressione di essere velenosa e reattiva in contropiede come un bradipo che scende dal suo albero per defecare ma, improvvisamente, al minuto 24 Feghouli approfitta del quoziente intellettivo di Vertonghen e si procura un rigore che facilmente realizza. Una volta in vantaggio i magrebini riescono nell’ impresa di arretrare ancora di più ma gli avversari non ne approfittano e perseverano nel loro pachidermico possesso palla. Il solo Witsel continua a prendersi la responsabilità di provarci dalla distanza. Punizione dal limite ma la ghiotta occasione viene affidata a Vertonghen..niente…è come regalare una noce di cocco ad un orango, anzi no perché il quadrumane qualcosa ne caverebbe. Nel finale un paio di lampi di Hazard consentono al Belgio di entrare finalmente nell’ area algerina ma nessuno dei suoi compagni sembra interessato a finalizzare le sue invenzioni. Si va al riposo con l’ Algeria sorprendentemente in vantaggio.
Nel secondo tempo Wilmotz gioca la carta Mertens. La manovra sembra migliorare ma il vantaggio ha reso l’ Algeria più sicura e solida. Dopo 57 minuti Lukaku da un senso alla sua partita ed abbandona il campo sostituito. L’ incontro produce una noia superiore a quella del primo tempo, fino al sessantesimo l’emozione più forte la regala la mia ospite proponendomi una bruschetta con uova di pesce spada e un bicchiere di prosecco. Solo le bollicine riescono a mitigare la delusione dell’ attesa di vedere all’ opera il Belgio. Ma incredibilmente è l’ ingresso di Fellaini, dopo una stagione a dir poco inconsistente nello United, a cambiare il volto della partita e al settantesimo inzucca il gol dell’ 1-1. Sarà il tasso alcolico ma la manovra belga sembra più apprezzabile. L’ Algeria fiuta il pericolo e difende in undici. Ma a dieci minuti dalla fine arriva l’ ordine di Wilmotz, arretrare per colpire in contropiede. Il suo labiale è chiarissimo “magari ce cascheno”. E l’ Algeria ce casca eccome, avanza goffamente e Hazard e Mertens la smandrappano, facile per il giocatore del Napoli realizzare il 2-1. Magrebini al tappeto fisicamente e psicologicamente e il Belgio gigioneggia fino alla fine “rischiando” più il 3-1 che il 2-2. Tre punti d’ oro ma la testa di serie del gruppo è certamente rimandata al prossimo esame quando capiremo se sia stata la pressione a rendere così complicato piegare la modesta Algeria.