Le Pen: Marine è futuro, Jean-Marie è passato
«Ha fatto un errore politico», così Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, ha definito l’affermazione infelice del padre, Jean-Marie, che non ha esitato a criticare pubblicamente. Marine è ormai una delle donne più celebri della politica, non solo in Francia, non solo in Europa, ma nell’intera comunità internazionale.
Ha guidato il proprio partito verso la vittoria alle Elezioni Europee francesi dello scorso 25 maggio, facendo tremare la terra sotto i piedi del premier Hollande.
A tanta fama corrispondono, come sempre, altrettante critiche.
Jean-Marie Le Pen ha caricato sul sito del partito un video per il suo “diario settimanale”, in cui commenta le critiche ricevute al partito, da lui fondato nel 1972, da personaggi noti.
Fin qui niente di strano, se non fosse che, nel momento in cui gli è stato ricordato il nome del cantante ebreo francese Bruel, riferendosi alle critiche ricevute da questo, l’ex leader del Fn ha risposto: «Non mi sorprende. La prossima volta ne faremo un’infornata».
Parole forti e, oggi, inammissibili. Il video è stato prontamente rimosso, ma non basta.
Alcune società ebree, tra le quali l’European Jewish Congress, hanno chiesto al Parlamento europeo di togliere l’immunità a Le Pen padre, attribuitagli in quanto parlamentare a Strasburgo, così da poterlo processare per incitamento all’odio. D’altronde, già nel 1996, Jean-Marie era stato condannato per lo stesso crimine da un tribunale francese per aver definito come «Un semplice dettaglio nella storia della Seconda Guerra Mondiale» le camere a gas naziste.
Gli “hate crimes” consistono in atti discriminatori basati unicamente sull’appartenenza a un determinato gruppo sociale. Non bisogna intendere quali crimini solo atteggiamenti violenti, poiché anche le parole, spesso, possono essere altrettanto dannose.
Bruel ha risposto a sua volta tramite il web: «Forse Le Pen ci vuol forse mostrare la vera anima politica sua e del suo partito?».
Marine ha cercato di salvare il salvabile, rigirando la questiona a proprio favore: «Se questo caso potrà avere un effetto positivo sarà quello di consentirmi di ricordare che il Fn condanna nei termini più duri ogni forma di antisemitismo, in qualsiasi forma». Tuttavia, non si è limitata a ciò, ma ha apertamente criticato il padre per non aver saputo prevedere, nonostante la lunga esperienza politica, i danni che tale frase avrebbe potuto arrecare al partito.
Da parte sua, Jean-Marie, ha dichiarato che «I nemici politici e gli imbecilli possono intendere le sue parole come antisemite». L’85enne non è rimasto di certo soddisfatto dello scarso appoggio della figlia e ha accusato il FN di voler “assomigliare gli altri partiti” e condannando il “pensiero unico”.
Marine Le Pen ha proposto un cambiamento. Marine Le Pen ha vinto.
E ora, sembra aver scalzato o, almeno, oscurato “il vecchio”, dando al Fn una nuova immagine. Scordatevi di vederla accogliere gli immigrati o intenta a pregare, questo è poco ma sicuro. L’obiettivo è chiaro: difendere la Repubblica da Ue e minaccia islamica.
Marine, ad oggi, è concentrata sul popolo francese e quest’ultimo sembra gradire la nuova “paladina”.