Un boato, poi le fiamme. Paura al prenestino

Un boato. Poi il silenzio e le fiamme. Sono le ore 21 circa e in via Guglielmo degli Ubertini, all’altezza del civico 38, un testimone, un abituale dell’adiacente libreria, racconta di un uomo che ha dato fuoco ad un’autovettura per poi dileguarsi senza lasciare traccia.

Il gesto ha però innescato una reazione esplosiva a catena ed altre tre vetture sono rimaste coinvolte nell’incendio divampato prima dell’arrivo dei vigili del fuoco. Ancora ignote le cause del gesto ma sembra che non ci fosse nessuno dentro l’automobile. Alcuni residenti scesi in strada parlano di gesto di rabbia, altri invece di pura goliardia. Intervenute sul posto anche le forze di polizia: si indaga sulle ragioni dietro l’inspiegabile gesto.

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L’episodio, solo l’ultimo di una lunga serie di reati impuniti, riporta il fattore sicurezza al centro delle preoccupazioni degli abitanti del quartiere e più in generale dei cittadini dell’Urbe. Mentre infatti si cerca di aumentare il controllo sulle strade mediante l’ausilio delle nuove tecnologie (il nuovo piano di video-sorveglianza pubblica è ad un passo dall’attuazione), le forze preposte all’ordine e al controllo sono in rottura con l’amministrazione, che in un piano di revisione di spesa pubblica è pronta a ritoccare al ribasso anche le retribuzioni e le garanzie dei lavoratori pubblici del comune di Roma. E’ di pochi giorni fa la protesta dei dipendenti pubblici, cui è seguita prontamente la lettera riconciliatoria del primo cittadino, disposto a riunirsi attorno ad un tavolo con le rappresentanze sindacali. Un malcontento generale che comincia a farsi largo tra gli interventi di nuova viabilità e gli ammiccamenti a due ruote di un primo cittadino ancora troppo inesperto a tenere il passo sui grandi temi. 

Parole confermate da Romana, profetica residente di via Guglielmo degli Ubertini: “Non è la prima volta che da queste parti si registrano episodi di micro-criminalità. Ormai siamo al degrado e il bello è che non sembra interessare a nessuno. Tutti inermi, a godersi il panorama di una capitale che cade a pezzi sotto i colpi dei delinquenti”. Come a dire: non è il clamore dei disonesti a preoccuparmi, ma il silenzio degli onesti.

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