Teatro Eliseo e Piccolo Eliseo, stagione 2014/2015
E’ stato un anno duro per il Teatro Eliseo. Il direttore Massimo Monaci, slides alla mano, non nasconde rimostranze, difficoltà, polemiche sulla stagione appena trascorsa nel momento di presentare alla stampa quella che deve ancora cominciare. “In un contesto difficile siamo riusciti a mantenere un numero di abbonati piuttosto elevato”.
Sono 7.600, da inserire nei complessivi 150.000 spettatori. Poi ci sono le note dolenti: il Teatro Eliseo non ha ricevuto un solo centesimo da comune, provincia e regione. Con il milione e quattrocentomila euro del ministero si è “tirato avanti”, dimenticando che ci sono teatri e luoghi di cultura che non hanno mai visto un centesimo dei soldi pubblici. La situazione futura si prospetta ancora più complessa: un nuovo decreto ministeriale che porterebbe un inquadramento dell’Eliseo in un’ipotetica terza fascia d’importanza, quella dove, non serve dirlo, i fondi si riducono ancora.
Con queste premesse, non si poteva che giungere a un dibattito sui temi caldi della cultura, dei tagli indiscriminati, della deprimente situazione romana. Emerge un vero è proprio complesso di abbandono da parte delle istituzioni. La presentazione degli spettacoli, che sono molti tra Eliseo e Piccolo Eliseo, cede terreno davanti alla polemica, una polemica intestina. Umberto Orsini, che ha guidato questo teatro per anni, e tornerà in scena anche nel 2015, invita all’unione, pur non risparmiando parole di fuoco per il Quirino, l’Argentina, il Valle (“Ma quanti soldi ricevete dal comune?”). Quando arriva il turno di Fausto Paravidino, che dell’esperienza del Valle Occupato è interprete e sostenitore, si accende il dibattito.
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E il teatro? C’è quello del Roma Europa, fatto di musica, danza e arte. Per la prima volta i biglietti del festival entrano in abbonamento, e con essi lo spettacolo di Emma Dante Operetta Burlesca. Giancarlo Sepe, assente ingiustificato, dirige Giuliana Lojodice nella Professione della signora Warren. E poi ancora ritorna Luca Fusco, reduce da Antonio e Cleopatra, uno dei titoli più interessanti della stagione passata, sempre con Gaia Aprea in Il giardino dei ciliegi. E poi ancora Leo Gullotta, Pino Caruso, Francesco Bellomo, Carlo Cecchi, Maurizio Scaparro: tra vecchie glorie e giovani affermati i titoli interessanti non mancano. Siamo in attesa di capire se questo teatro riuscirà prima o poi a reggersi sulle sue gambe.