L’esotic chic, il cardiologo e i mangiatori di Goji
Dentro siamo all’Inferno: terzo girone del settimo cerchio, sodomiti, o meglio, i sodomizzati da Trenitalia. Il 60% dei miei connazionali ora ha l’encefalo bagnato di acqua marina e tutto il restante 40 è sul treno 511 con me a lanciare sporadiche ma sentitissime bestemmie nel proprio dialetto autoctono. Il posto al tavolino è il più invadente ma il meno noioso. Osservare due adulti di umano sudato che ti siedono di fronte, per svariate ore, è comunque più soddisfacente che essere chiusi tra due sedili di stoffa blu sintetica. L’alternativa all’analisi “etologica” è quella di fingere di farsi beatamente i fatti propri quando in realtà si è dei curiosi patologici. Il soggetto che simula di farsi i c.. propri quando in realtà vorrebbe guardare assume l’espressione tipica o di colui che, fingendosi assorto da una lettura filosofica finisce per guardarti con malcelata indifferenza come il cane che fa la cacca sul tappeto o di colui che, vestendosi dei panni del fischiettante allegrotto e indifferente, si stampa in faccia la smorfia dello stitico cronico. Insomma se si ha l’occasione irripetibile di studiare quelli che, con ottima probabilità, non si rivedreanno più per il resto della propria esistenza, perché abbandonarsi a simili messe in scena da water, quando basterebbe guardare? Non ve lo ha detto la mamma che il bagno del treno è sporco?