L’esotic chic, il cardiologo e i mangiatori di Goji

Ore 16.49, Intercity 511: Bologna centrale – Bari Centrale. Impianto di climatizzazione rotto. Antò fa caldo. Nestea non c’è e l’acqua si è rovesciata nella borsa. Nessuna novità: la svito, bevo e la riavvito male. Quando  acquisto la bottiglietta so già che metà servirà ad idratare l’interno della mia borsa. Oggi, però, sapendo che comunque metà non la avrei bevuta, potevo auto-gavettonarmi per tornare ad una temperatura umana. Fuori 32 gradi.

Dentro siamo all’Inferno: terzo girone del settimo cerchio, sodomiti, o meglio, i sodomizzati da Trenitalia. Il 60% dei miei connazionali ora ha l’encefalo bagnato di acqua marina e tutto il restante 40 è sul treno 511 con me  a lanciare sporadiche ma sentitissime bestemmie nel proprio dialetto autoctono. Il posto al tavolino è il più invadente ma il meno noioso. Osservare  due adulti di umano sudato che ti siedono di fronte, per svariate ore, è comunque più soddisfacente che essere chiusi tra due sedili di stoffa blu sintetica. L’alternativa all’analisi “etologica” è quella di fingere di farsi beatamente i fatti propri quando in realtà si è dei curiosi patologici. Il soggetto che simula di farsi i c.. propri quando in realtà vorrebbe guardare assume l’espressione tipica o di colui che, fingendosi assorto da una lettura filosofica finisce per guardarti con malcelata indifferenza come il cane che fa la cacca sul tappeto o di colui che, vestendosi dei panni del fischiettante allegrotto e indifferente, si stampa in faccia la smorfia dello stitico cronico.  Insomma se si ha l’occasione irripetibile di studiare quelli che, con ottima probabilità, non si rivedreanno più per il resto della propria esistenza, perché abbandonarsi a simili messe in scena da water, quando basterebbe guardare? Non ve lo ha detto la mamma che il bagno del treno è sporco?

Io il bagno del treno non lo uso. Allora li guardo.{ads1}
LUI.
Lui ha i capelli ricci, crespi e brizzolati che stanno per essere presi d’assalto, come i miei, da una delle colonie di pidocchi insediate in questi sedili. I pidocchi di questa carrozza sono fortunati. Due accoglienti chiome ricce nel giro di pochi centimetri. Per essere un pidocchio fortunato bisogna che il tuo uovo si schiuda nella carrozza giusta. Pensa che vita difficile se sei un pidocchio di una carrozza che trasporta solo giapponesi con scivolosi e franosi capelli lisci sui i quali è difficile gettare le fondamente di casa. Mi inizio a grattare la testa. Anche lui si gratta. Panico. No, è solo il caldo. Trenitalia ci dice che siamo in arrivo a Rimini. Lui ha gli occhi chiarissimi e un naso lungo e a punta. Non ho mai visto un cretino con il naso appunta. I nasi appunta non sono mai di cretini. I nasi appunta sentono un sacco di cose intelligenti nel corso della loro vita. Quindi non solo se nasci Pediculus Humanus Capitis devi nascere nel posto giusto, ma anche se nasci naso devi nascere sulla faccia giusta. L’uomo intelligente  ha tutta la sua fisionomia concentrata al centro della faccia. Occhi vicini, naso fortunato appunta, e bocca serrata e protesa in avanti quasi in versione intellettuale della poser bimbaminchia. Sembra che i suoi lineamenti stiano per essere risucchiati dal libretto che legge “Echocardiography”. Il suo cervello è talmente attratto dai quei fogli che sta per uscirgli dal naso. Mi inizio a chiedere se quando chiuderà il libro, il suo profilo finirà cucito nella rilegatura del libro o se riassumerà sembianze umane. Ha un’espressione tesa e pignola. Mr Lui sta facendo un’angioplastica su trenitalia. Siamo arrivati a Rimini. Alza il viso. Tremo per il suo paziente. Sembrava accennare un sorriso invece stava prendendo fiato per accigliarsi meglio. Allo stato attuale ha un sopracciglio 3 cm più alto dell’altro. Torna ai ferri. E’ preoccupato. Forse sta per perdere il paziente. Si. Lo sta perdendo. Accenna una smorfia di rabbia. Siamo in arrivo a Riccione. Pressione e battiti tornati nella norma. Il paziente è salvo. Chiude il libro schiantando le due parti con uno scatto. Litiga con la tenda che non si chiude, la finisce di rompere, chiude gli occhi stanchi e arrende i nervi al sole bollente che sbatte sul vetro.
LEI
Affianco a Lui siede Lei. Non si conoscono. Non c’entrano niente con la vita dell’altro. Fino a quel momento almeno. Lei ha un foulard fiorato hippy legato in testa e la pelle bianca come il latte. Sfoglia il catalogo di Naturasì mentre continua a prendere qualcosa di indecifrabile dalla tasca e a mettersela in bocca. La stitica signora al mio fianco fa finta di non guardarla da Bologna ma, esasperata, svela la sua incontinenza verbale – Signorina, posso sapere che ti mangi? – Ho capito dall’accento che la signora stitica scende a Molfetta. La signorina con imperturbabile serenità buddista afferma – Bacche di Goji
Il medico ha un sussulto, sbarra gli occhi e si attacca al sedile.
– Le bacche di chi?? – Chiede la pugliese. La ragazza tira fuori dalla tasca un aggrinzito chicchetto rosso porgendolo alla signora stitica  che si alza  e cambia inaspettatamente posto farfugliando “drogata” e lasciando la giovane in pasto al medico. 
– Mi scusi, mi permetta, ma lei crede a questa robaccia? – chiede il cardiologo
Miss esotic chic appare confusa ma cerca di mantenere la calma. – Si, guardi sono un ottimo antiossidante, una salvezza e fanno bene a… 
Il medico la interrompe altezzoso e sapiente indicando gli oggetti della ragazza sparsi sul tavolino: un pacchetto di sigarette, un panino del McDonald’s smezzato e una lattina di CocaCola – Non le sembrano un paradosso le sue bacche di Goji con questa roba?… 
Il buddismo della ragazza, che credeva di purificarsi l’organismo dagli escrementi che mangiava quotidianamente, si sgretola insieme alle sue certezze. Parte una discussione botta e risposta a favore del medico alla fine della quale miss esotic chic, non riuscendo a controllare il suo fervore, ha assunto le sembianze della  trasposizione umana della Pimpa. La sua pelle bianchissima è macchiata da chiazze rosse informi. 
Intanto la signora stitica dalla sua nuova postazione va in bagno svelando dolorosamente la sua reale incontinenza.
Miss esotic chic scende a San Bendetto e il medico inizia a impiantare un baypass mentre io rifletto sull’assurdità modaiola umana.
La tendenza esotic chic sta a dir poco spopolando. Sono pochi quelli che ora non abbiano in casa un alimento benfico venuto da lontano sottoforma di seme, bacca e quant’altro. Io, lo ammetto, sono una di queste. Le proprietà benefiche di alimenti naturali come ad esempio le bacche di Goji sono indiscutibili. E’ chiaro che prima di affidargli una tale fama o potenza qualcuno ha studiato le sue reali proprietà e composizione. La maggiore attenzione sociale verso il biologico, il vegano e l’alimentazione sana sono un grande punto d’arrivo soprattutto se ssrà  un input per il miglioramento dell’igiene e  della cultura alimentare dei più giovani. La maggiore sensibilità sociale e mediatica nei confronti dell’ alimentazione è anche frutto del dilagare di patologie cliniche che costringono una  sempre maggiore  percentuale della popolazione a prestare attenzione a quello che  mangia e alla consapevolezza dell’ alto tasso di inquinamento allergizzante e alla contraffazione di tutto quello che ingurgita durante i propri pasti. Prestare particolare attenzione alla spesa, alle etichette, al km zero, alla stagionalità dei prodotti, al biologico e al naturale è un’ottimo inizio per cominciare a depurare il proprio organismo dai veleni chimici dell’industria alimentare. Informarsi e fare uso delle  reali proprietà di alcuni alimenti davvero portentosi per la loro potenza nutritiva è altrettanto importante. Questo è utile a patto che non si caschi nella comune tendenza di seguire ciecamente la moda bio illudendosi che sia l’elisir di lunga vita anche se non viene abbinata all’abbandono o quantomeno al contenimento di altri vizi quotidiani deleteri. Riempirsi le guance di bacche di Goji come sciocchi criceti, a meno che non si faccia esclusivamente per il loro particolarissimo sapore, non ha senso se poi ci si stecca 20 sigarette in una giornata e si pranza con patatine fritte maionese e nutella. Il consumo di bacche di Goji,  incoraggiato anche su riviste scientifiche da medici e nutrizionisti, accompagnato, quindi, da uno stile di vita regolare aiuta ad aumentare i livelli di energia migliorando il benessere psico-fisico, stimola il sistema immunitario, migliora il sonno, la memoria e la funzionalità intestinale e agisce contro gli effetti negativi dei radicali liberi prevenendo la degenerazione cellulare
Le temperature arrivano alle stelle. Per fortuna Pescara è vicina. Sento sgranocchiare nelle vicinanze. Alzo lo sguardo ed è… proprio lui. Il medico ha tirato fuori dallo zainetto un sacchetto di bacche di Goji mentre mi guarda scrivere. Ormai Goji è ovunque. Se non le mangi non sei nessuno. Mi continua a guardare di sbieco consapevole che ho seguito tutto e gli stia per ipotizzare una psicosi. Ma io ho capito tutto e blocco le giustificazioni sul nascere.
– Io non fumo, non mi lavo i denti con la nutella e non mangio pane e maionese. Me ne dà una?
 -Neanche io fumo – dice sorridendo
Allunga la mano per porgermi le bacche. Le prendo. Ho sempre selezionato solo gli insegnamenti materni che mi facevano comodo. Non vado in bagno sui treni ma prendo bacche dagli sconosciuti.
 

 

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