Elezioni: il caos regna sovrano
Verdi, arancioni, azzurri, tricolori, rossi, celesti: se l’attuale caos politico fosse raffigurabile con un’immagine quella più idonea sarebbe un arcobaleno. O un cielo con delle stelle: 5, per la precisione.
Normale caos alla vigilia delle elezioni, dice qualcuno. È tuttavia limitativo parlare di date e periodi ad oggi, quando permane la più grande incertezza persino sui fatidici giorni in cui il popolo italiano verrà chiamato alle urne.
Partiamo dalle new entry: Beppe Grillo sta girando l’Italia col suo Firma Day, alla ricerca di quelle necessarie per poter portare una lista targata M5S, problema che pare interesserà a breve anche la nuova forza politica, quella degli Arancioni di De Magistris, che dopo aver ricevuto un secco no dal collega Ingroia per rappresentarli cercherà, oltre ai dovuti consensi scritti, quello (probabile) di Antonio Di Pietro. E non è da escludere che al nuovo progetto possano essere interessati anche i Verdi di Bonelli e qualche altro illustre deluso come Diliberto, presente alla prima convention all’Eliseo. Rimanendo nel fronte sinistro, rimangono le perplessità di Vendola circa la vicinanza tra PD e Casini e, soprattutto, tra PD e Monti, così che non possono essere escluse delle pericolose diatribe post-primarie che farebbero perdere una importante fetta d’elettorato a Bersani, ad oggi l’unico più o meno certo di esserci.
Nel reparto centristi resta tutto da vedere: Montezemolo sembra gradire Casini ma un po’ meno Fini, che in realtà è il più stabile e deciso a portare avanti la baracca, seguito da altri ex AN e soprattutto sognando Monti quale candidato premier. A destra le cose, se possibile, sono ancora più complicate. In pochi giorni si è passati dalle primarie al ritorno in campo di Berlusconi, cosa che ha creato panico nello schieramento, con Crosetto e la Meloni contrari, Alemanno che va defilandosi per vie centriste e Tremonti dalla parte della Lega, dal canto suo assolutamente contraria ad un’alleanza col PdL in caso di rientro in campo del Cavaliere. La vera mina vagante potrebbe essere ancora una volta Monti, presente ad un convegno del PPE ove era invitato lo stesso Berlusconi, dal quale avrebbe ricevuto l’offerta di essere il leader dei moderati. Risposta: un secco no, grazie. La domanda, lecita che vien da porsi è: cosa avverrà a camere sciolte?