A volte ritornano
In politica si conta molto sulla memoria corta degli italiani. Così, dopo essere stato esautorato con il pieno accordo, anzi con il concorso dei leader europei (e con l’ok di Obama), Silvio Berlusconi si ricandida spiegandoci che questo governo non è adeguato alle necessità del paese e che lui sì che saprebbe cosa fare.
Naturalmente sorvola sulle cause che hanno costretto Napolitano a fare scelte al limite della forzatura costituzionale. Ha finto di non ricordare che poco più di un anno fa, con la Grecia ad un passo dal default, era la sua Italia il paese più a rischio. E che se fosse successo avremmo trascinato l’Europa con noi.
Digerito il rospo con l’aiuto di svariati week-end rilassanti a Malindi, il nostro, aiutato nelle sue colte riflessioni dal nuovo maitre-a-penser Briatore, ormai è maturo per tornare in pista. Sa benissimo che non farà mai più il presidente del consiglio ma pur nel suo cupio dissolvi intende giocare un ruolo anche nella prossima legislatura. Primo passo: disturbare i probabili vincitori delle prossime elezioni legislative, quindi individuato in Renzi l’anello debole, farlo sostenere dai proprio apparato mediatico e velatamente, ma neanche tanto, invitare gli elettori del Pdl ad andarlo a votare alle primarie. Secondo passo: Grillo e il Movimento 5 Stelle. Un gruppo parlamentare che non si allea con nessuno, o prende il 51% dei voti o congela un buon numero di parlamentari. E’ per questo che Berlusconi ha bisogno di una buona affermazione del movimento ma senza esagerare. Diciamo che un movimento al 22% facilità questa strategia. In caso di difficile governabilità (assai probabile con questa legge elettorale) anche liste del 5% o poco più possono risultare determinanti. Basti pensare all’Udc di Casini. Pertanto in un eventuale governo di larga coalizione anche un Berlusconi ridimensionato può condizionarne la composizione e l’azione.
Manca ancora qualche tassello per l’annuncio ufficiale, come ad esempio chi sarà il vincitore delle primarie del Pd. Ma sbaglia chi pensa che Berlusconi con tutti i soldi che ha dovrebbe solo pensare a goderseli. Ogni passo che ha fatto nella sua vita ha avuto sempre un solo scopo: la salvaguardia dei propri interessi. Sa di essere al tramonto, che non potranno tornare mai più i tempi in cui ordinava al Parlamento di decretare che Ruby era la nipote di Mubarak, ma la logica è sempre la stessa: la ricerca di un vantaggio o, in alternativa la riduzione del danno. I conti delle sue aziende non sono più floridi come una volta e i nodi delle pendenze giudiziarie si avvicinano pericolosamente al pettine. Se la sua strategia gli permetterà di controllare i ministeri della Giustizia e delle Attività Produttive avrà raggiunto il suo scopo: garantirsi una serena vecchiaia a Malindi in buona compagnia.
22 Novembre 2012