Sicurezza e salute sul lavoro
Un ente di ricerca (lavora con le aziende per supportarne le performance), la DNV GL- Business Assurance e la GFK Eurisko, un istituto di ricerca tra i più acclamati nel mondo, hanno dato vita ad un’indagine concernente la salute e sicurezza sul lavoro.
L’indagine che è stata realizzata nell’ottobre 2013, attraverso un sondaggio che è stato svolto su un campione di circa 3.860 professionisti, ha determinato numerose considerazioni. Questa, nasceva con lo scopo di analizzare lo scenario complessivo sulla gestione della salute e la sicurezza in ambito lavorativo. Sembrerebbe, infatti, che ci sia un approccio migliore da parte delle aziende sul quadro generale di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Tramite un sondaggio che ha coinvolto dei professionisti è emerso come le aziende siano giunte ad una gestione consapevole della sicurezza sul lavoro. Ovviamente a seconda del luogo si registrano comportamenti diversi in ambito di sicurezza sul lavoro. Nel Nord America, ad esempio, il problema della salute e sicurezza sul lavoro diviene un punto cardine fondamentale per le aziende e per la loro salvaguardia. Naturalmente, ogni azienda affronta tale questione cambiando approccio o mentalità e concentrandosi maggiormente, in maniera univoca, sul benessere dei lavoratori. Un caso specifico è quello dell’Italia; in Italia una delle maggiori strategie aziendali è proprio quella di garantire sicurezza sul lavoro, circa per il 96% delle aziende. Strategie che, inoltre, non sarebbero di facciata, poiché circa l’88% delle aziende italiane è operativo in maniera efficiente verso le politiche che controllano la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro.
La sicurezza sul lavoro sarebbe compromessa attraverso rischi che possono essere molteplici. Possono essere rischi derivanti da agenti fisici (il 47%) o quelli più pericolosi, chimici (35%). Le aziende italiane si occupano anche di accurati controlli medici sui lavoratori (circa il 57%) e di corsi di formazione (circa il 47%) implementando le conoscenze anche con corsi specifici. Per quanto riguarda, invece, il resto del mondo, interrogati su quali siano i principali rischi, alcuni professionisti di tutto il mondo identificano per lo più degli aspetti operativi, con molte e interessanti differenze a livello geografico. I Nordamericani (66%) e gli Svedesi (55%) sono i più attenti all’ergonomia, mentre la mancanza di macchinari e strutture preoccupa maggiormente gli asiatici, circa il 54%. I cinesi, da parte loro, si focalizzano sull’ambiente di lavoro, registrando percentuali superiori alla media per rischi legati ad agenti fisici, come rumori e vibrazioni (55%), incendi ed esplosioni (50%) e scarsa sicurezzaa degli impianti elettrici, il 38%.
Circa il 90% degli intervistati ha come strategia aziendale la gestione della salute e la sicurezza sul lavoro, e in un periodo come questo in cui la disoccupazione ha toccato i minimi storici, sicuramente rappresenta un vantaggio sul piano dell’operatività delle politiche lavorative. Molte aziende, infatti, hanno implementato politiche di salute e misure maggiori di sicurezza, con lo scopo di accrescere la loro validità. In Italia circa l’88% delle aziende implementa queste politiche di salute. Si tratta di un quadro complessivamente rassicurante, quello sulla gestione della salute e sicurezza sul lavoro, incentrato sull’operatività delle aziende e con la certezza che le aziende italiane continueranno ad accrescere le politiche di sicurezza e salute con investimenti fino al 28%. Dunque, sicuramente una prospettiva rassicurante.
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