La Rai per il centenario della prima guerra mondiale

Il progetto della Rai sul centenario della prima guerra mondiale è straordinariamente ricco e coinvolge numerosi settori nel campo mediatico. Probabilmente la più lunga programmazione che il servizio pubblico radiotelevisivo abbia mai realizzato, il ciclo di programmi avrà inizio il 24 maggio per poi intensificarsi il 28 giugno, anniversario dell’attentato di Sarajevo, per continuare fino al 2018.

A presentare 2014-2018 Centenario della prima Guerra Mondiale erano presenti le più alte cariche della Rai, dal Presidente Anna Maria Tarantola al Direttore generale Luigi Gubitosi, dal Direttore di Rai Educational Silvia Calandrelli al Direttore di Radio Rai Nicola Sinisi. {ads1} In attesa di mostrare il progetto in presenza del Presidente della Repubblica il prossimo lunedì, Anna Maria Tarantola ha anticipato la struttura delle diverse iniziative, ricordando quanto l’impegno assunto dalla Rai sia soprattutto a servizio dei giovani, che non hanno potuto ricevere il ricordo di quel conflitto dai parenti più prossimi. Anche l’ultimo testimone vivente è scomparso, lasciando racconti e documenti da preservare. Per questo motivo, la Rai punta su canali relativamente recenti e fruibili in particolare dalle nuove generazioni: il web, l’applicazione Testimony 1914-18 e i video in 3D e 4K (cioè super hd). «Rai ha realizzato un articolato percorso destinato a ricordare, ad approfondire e a comprendere le cause, le dimensioni e le conseguenze, in primo luogo sociali ma non solo, anche politiche ed economiche, di questo conflitto. Nei prossimi giorni e proseguendo sino al 2018, la nostra azienda proporrà un susseguirsi di iniziative editoriali, di trasmissioni radiofoniche e di programmi televisivi, tutti affiancati da contenuti fruibili on line su un apposito portale: www.grandeguerra.rai.it, che penso sia molto ben fatto e utile per tutti gli studiosi e per chiunque voglia studiare e approfondire la Grande Guerra», ha ricordato il Presidente Tarantola, che ha anche sottolineato come il lavoro sia stato affrontato fuori da ogni retorica o ricostruzione ideologica, rivelando inoltre come lei stessa abbia vissuto l’intensità di questa storia attraverso i ricordi dei suoi nonni. {ads1} Quello della Rai è uno sforzo congiunto, in cui tutte le sue strutture si ritrovano a lavorare insieme. Tra queste, Rai Storia ha svolto e svolgerà un ruolo primario. Il primo appuntamento presentato da Silvia Calandrelli è il documentario Cesare Battisti. L’ultima fotografia, che andrà in onda sul canale 54 sabato 31 maggio. Prodotto da Rai Educational in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, il film ricostruisce la vita e gli ideali di Cesare Battisti, un uomo di Trento diventato simbolo della guerra contro l’Austria che lo condannò a morte per alto tradimento. Seguiranno l’approfondimento su quattro puntate Il tempo e la storia, sulla ricostruzione della Belle Epoque e dell’arrivo della guerra, e il programma Eco della Storia, una serie di dibattiti condotti da Gianni Riotta. Poi ancora documenti biografici, affreschi epocali, pillole sulla vita al fronte, riflessioni degli storici e rassegne stampe dell’epoca. «Rai Storia vuole ricostruire questo conflitto con rigore scientifico e sotto ogni punto di vista: artistico, culturale, tecnologico e militare. Con Luigi Rocchi, Direttore Strategie Tecnologiche Rai, abbiamo sviluppato prodotti in 3D e 4K a partire proprio dai documenti emersi dagli archivi. Abbiamo aperto anche delle collaborazioni internazionali, in particolare con l’Austria, con cui è stata prodotta la serie La Guerra Bianca», ha esposto Silvia Calandrelli.

{ads1} Rai Storia si avvarrà, inoltre, del volto di Carlo Lucarelli che racconterà la storia della Grande Guerra attraverso una produzione tv internazionale in 8 episodi, I Diari della Grande Guerra, e una serie di 20 dvd in edicola, Grande Guerra, Cento anni Dopo, presentata da Paolo Mieli e dal Corriere della Sera con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi. Non banale l’intervento di Lucarelli che ha elencato gli ingredienti per la pasta al pesto: «Io sto parlando di guerra, perché questa ricetta è stata scritta da un sottotenente genovese, Giovanni Ghione, che era prigioniero in un campo tedesco dopo la disfatta di Caporetto. Dal momento che non c’erano abbastanza provviste, non si poteva far altro che immaginare quello che si mangiava a casa. E lui ha realizzato Arte culinaria, un vero e proprio ricettario con 400 piatti italiani. Io l’ho trovato un esempio straordinario di quello che è stata la Prima Guerra Mondiale, cioè della ricchezza incredibile e della varietà di storie che si trovano in un contesto come questo. Oltre a lui migliaia di analfabeti che si sono messi a scrivere pur di lasciare importanti testimonianze. 4 milioni soltanto le missive inviate dal fronte alle famiglie e viceversa. Ci sono tante altre storie incredibili come questa e noi italiani, purtroppo, abbiamo il difetto di non conoscerle e noi narratori di non averla raccontata così bene come avremmo dovuto. E questa direi che è un’occasione per rifarci».

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{ads1} Oltre alla tv, la radio. Nicola Sinisi, Direttore di Radio Rai, e Marino Sinibaldi, Direttore di Radio3, hanno presentato il fitto calendario di eventi che arricchiranno il programma radiofonico. Dal 28 giugno, Radio Rai rilancia il progetto Sentiero di Pace, sostenuto da Trentino Sviluppo spa, che si svilupperà in tre giornate di appuntamenti musicali live, teatrali, poetici e di approfondimento. Nei teatri e nei musei del territorio trentino, si esibiranno gli Echo & the Bunnymen, Piers Faccini, Raphael Gualazzi, i Get Well soon e Nicola Piovani, che ha realizzato per l’occasione una composizione inedita insieme all’Orchestra sinfonica Nazionale della Rai. «Quando mi hanno chiesto di scrivere un pezzo per questa magnifica Orchestra in un concerto dove c’è Mahler e Schubert, mi sono sentito da un lato onorato e dall’altro preoccupato, dal momento che le parole Grande Guerra non mi ispirano grande serenità. Sono da sempre pacifista per ragioni razionali e fisiologiche. Non mi sentivo adatto a scrivere sulla guerra. Poi, però, mi sono interessato a quel giorno, al 28 giugno, quando 5 ragazzi sono partiti kamikaze uccidendosi per la libertà della Serbia. Quindi mossi da un ideale. E da quella scintilla sono partiti anni lugubri, che hanno portato a 18 milioni di morti, a mio parere inutili. Questa è una composizione strumentale, non c’è un testo ed è divisa in due parti: la prima che rappresenta la grande agitazione verso quel gesto eroico, poi un esplosione e un lungo requiem di morte suonato da trombe militari. Agitato e poi adagio, che se ci fosse un testo cadrebbe sulla parola Pax, ma forse ci aiuteremo con dei suoi elettronici», ha commentato Nicola Piovani. «Lei che è un grande compositore di colonne sonore, nel realizzare il suo inedito quanto è stato importante osservare le immagini storiche, dalle fotografie ai filmati, che son ci pervenute dalla Prima Guerra Mondiale?», è la domanda di Parolibero.it a cui Piovani ha risposto: «Molto, sin da quando ero ragazzino Mario Monicelli mi fece capire attraverso le immagini che la Grande Guerra non era quella che mi avevano raccontato sui libri di storia. Ancora una volta, adesso, le immagini sono state importanti per me». Concludono la presentazione di questa ricca iniziativa Rai l’attore e regista Elio De Capitani, che ha recitato Viatico di Clemente Rebora, e il Direttore Luigi Gubitosi, che ha espresso l’onore per aver avuto Nicola Piovani nell’Orchestra della Rai, la propria soddisfazione nel proporre con rigore la Storia in tv, come non accadeva da anni, e ha rivelato un prossimo contributo da parte di Rai Fiction.
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