Simone Cristicchi e la sua valigia

Al teatro di Tor Bella Monaca Simone Cristicchi per la prima volta si racconta nel suo spettacolo Secondo Me in cui espone il bagaglio da cantattore che si porta nella sua fedele valigia da ben otto anni. Tutti lo ricordano quando cantò per la prima volta nell’estate del 2005 la canzone che ne divenne poi il tormentone Vorrei cantare come Biagio Antonacci.

Il testo metteva in evidenza i problemi che riscontrano i cantautori in cerca di successo, ma fu proprio con questo che arrivò sotto i riflettori. Il suo racconto però parte da molto tempo prima…
Accompagnato da Riccardo Ciaramellari al pianoforte e fisarmonica,insieme a Riccardo Corso con le sue chitarre e il bouzouki, il cespuglio pensatore ci parla di lui tra video, canzoni e monologhi: il suo esordio come fumettista a 16 anni, quando gli venne offerto un contratto come disegnatore di Tiramolla dalla Comic Art, il suo rifiuto per immergersi nel mondo della musica, più precisamente in quello dei cantautori, la costante ispirazione che veniva dalle sue opere grafiche, il suo periodo di volontariato al centro di igiene mentale, grazie al quale approfondirà il tema e incontrerà Alda Merini. Simone Cristicchi vincerà il festival di Sanremo dedicando la sua canzone Ti regalerò una rosa proprio ai pazienti dei manicomi, e conquisterà oltre che la famosa palma d’oro anche il Premio della critica Mia Martini. La sua carriera dal quel momento sarà tutta indiscesa, uscirà il suo secondo cd intitolato Dall’ altra parte del cancello, chiaro il riferimento sempre ai centri di cura. Oltre che cantautore è scrittore, autore e interprete di opere teatrali, tra cui anche lo spettacolo di successo Magazzino 18.

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Ci ha raccontato la sua storia tra risate, autoironia e anche con un pizzico di satira, un continuo via vai dietro le quinte per cambiare costume e interpretare sempre nuovi ruoli. Salti e corse sul palco, per parlarci di lui, per far vivere al pubblico ciò che lui ha visto con i suoi occhi: i video dei suoi incontri con anziani che avevano combattuto la guerra, minatori che avevano passato la loro vita nel buio delle miniere e alla fine la sorpresa, presenti in teatro anche due rappresentanti dell’associazione di volontariato Espèrance acti, arrivati dalla Svizzera per ringraziare Simone Cristicchi della sua partecipazione al progetto e anche per informarlo dell’avvenuta costruzione di un pozzo per l’acqua potabile a suo nome in Indocina, luogo di povertà e con le sorgenti idriche inquinate.
La valigia si richiude e lo spettacolo finisce, ma alla fine, Simone Cristicchi non ha narrato solo della sua vita e carriera, ma anche quella di tante altre persone a cui nessuno ha mai cdato la possibilità di raccontarla.

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