#SalvaExpo: si salverà o no?
Quando si tratta di mazzette non si guarda in faccia a nessuna distinzione politica. I futuri qualunquismi, le varie demagogie o i benpensanti discorsi, sia da parte della destra che della sinistra italiana, difficilmente potranno far scivolare nel dimenticatoio quello che sta accadendo in questi giorni nel nostro Paese.
E tutto ciò avrà senza dubbio un’eco mondiale visto che stiamo parlando dell’Expo 2015, la quale vedrà la partecipazione del 94% della popolazione del nostro pianeta. Ma potranno continuare i lavori sull’Expo 2015? In effetti erano iniziate a circolare, e non infondatamente, voci che dubitavano del prosieguo della manifestazione. Infatti lo scandalo riguardante gli affidamenti di appalti non regolari per i lavori dell’Expo 2015 ha ricordato molto il periodo nero di Tangentopoli, che segnò gli anni Novanta italiani dando anche vita alla cosiddetta stagione dei suicidi, nella quale diversi imprenditori coinvolti negli scandali di Mani Pulite si tolsero la vita. I nomi dei politici coinvolti in questioni di peculato, concussione e corruzione su Expo 2015 sono stati tanti, e senza distinzioni tra destra e sinistra. Ci si è chiesto infatti se l’Italia, visti i numerosi problemi che già deve affrontare dal punto di vista strutturale, sarebbe stata in grado di recuperare il recuperabile della gestione dell’Expo. Secondo quanto ha affermato Beppe Grillo, il pasionario, “L’Expo è solo una grande abbuffata che va fermata subito” e che “oramai è inutile tentare di mettere a posto i cocci rotti visto che il 90% degli appalti è stato già assegnato in maniera illegale“. Ma il nostro Presidente del Consiglio non ha dimostrato nessun atteggiamento di resa al rispetto: “Non saremo fermati da 4 ladri o da 4 cialtroni. In molti mi dicono ‘chi te lo fa fare’ ma io non voglio perdere una grandissima opportunità per l’Italia”. Queste le parole che Matteo Renzi ha rivolto al Direttore Generale dell’Expo Giuseppe Sala, con il quale si è incontrato stamani a Milano presso la sede di Expo 2015 in via Rovello con il fine di stendere il nuovo piano per salvaguardare il prosieguo della gestione dell’Expo. Insieme a lui Raffaele Cantone, neo Presidente dell’Autorità anticorruzione il quale, d’ora in poi, guiderà una task force per il controllo sull’operatività di Expo, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
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In effetti l’Expo 2015 rappresenterebbe una grandissima opportunità per l’Italia e Simona Bonafè, deputata del Pd, durante la puntata di ieri del programma PiazzaPulita condotto da Corrado Formigli lo ha sottolineato bene: “Rinunciare all’Expo significherebbe rinunciare conseguentemente a 200 mila posti di lavoro, 10 miliardi di Pil e 20 miliardi di giro di affari, tra le altre cose: non si tratta quindi di preservare la forma, bensì di acquisire sostanza”. Va bene il profitto che ne deriverebbe dall’evento, ma tutto quello che è successo, tutti i nomi emersi dalla scandalo Expo che coinvolgono protagonisti della nostra politica, non hanno fatto nessun effetto a quelli “puliti”? Su Primo Greganti, ora in carcere con l’accusa di aver spinto l’andamento degli appalti in determinate direzioni, il compagno G, storico esponente del Partito Comunista Italiano e arrestato anche nel 1993 per il coinvolgimento in Mani Pulite, la Bonafè ha semplicemente detto “Fosse stato per me, Greganti sarebbe anche stato espulso ma comunque questo scandalo non avrà ripercussioni sul Pd che è al di fuori di tutto”. Gerganti infatti era ancora iscritto al circolo Pd di Torino e vi è stato escluso solo adesso…chissà per quanto tempo. Assieme a lui altri nomi ancora più di spicco sono emersi dalle intercettazioni citate nell’ordinanza di custodia cautelare della cosiddetta “Cupola degli Appalti”, formata appunto, per dirne alcuni, da Primo Greganti, e Gianstefano Frigerio, ex dc e poi parlamentare di Forza Italia anche lui in carcere. E parliamo di Berlusconi, ci saremmo stupiti del contrario, e di Pierluigi Bersani, tacciati di essere stati destinatari delle mazzette volte all’assegnazione di appalti per l’Expo 2015. “Non gettiamo discredito sul partito, analizziamo le singole persone” ha affermato Michaela Biancofiore di Forza Italia sempre a PiazzaPulita, la quale ha escluso categoricamente che Berlusconi si sia intromesso negli appalti per l’Expo perché “ha altri processi più importanti a cui pensare” . Dunque un generale prendere visione del problema emerge dalla classe politica rispetto allo scandalo Expo, ma anche un essere sempre pronta a difendere i propri esponenti indagati, pulendo automaticamente la propria coscienza e ciò che rappresentano. Dal punto di vista di Renzi invece, reagire a questo intoppo attraverso il prosieguo dei lavori potrebbe essere un buon segno ma cosa comporterà questa decisione rispetto la posizione dell’Italia, per esempio, durante le prossime Elezioni Europee?