Resistenza naturale un film di Jonathan Nossiter
La terra non è tutta uguale. C’è una terra viva, profumata, dal colore intenso, che si frantuma tra le dita e c’è una terra addormentata, grigia e compatta che odora di detersivo. Ma non sono lontane, si trovano l’una accanto all’altra, a dividerle poco più di qualche metro. La differenza tra loro la fa l’uomo che le coltiva.
L’una è trattata “secondo natura”, l’altra viene aiutata “chimicamente”. Due zolle tanto vicine eppure tanto diverse. È questa forse l’immagine più emblematica di Resistenza Naturale, il film-documentario di Jonathan Nossiter in uscita nelle sale dal 29 maggio. Il suo è un sorprendete viaggio tra vignaioli e agricoltori naturali, nuovi ribelli di un’epoca in cui il sistema economico e politico controlla e determina la produzione agro alimentare a livello globale. Ma qualcuno ancora resiste, ancora cocciutamente lavora la terra secondo natura, cercando di rispettarne il più possibile i ritmi. I protagonisti di Resistenza Naturale sono Corrado Dottori, Elena Pantaleoni, Giovanna Tiezzi e Stefano Bellotti, tutti producono vini autentici e naturali vera espessione dei territori da cui provengono. Il film è un’incursione nelle loro vite, nelle loro vigne e nelle loro cantine.
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C’è chi come Corrado Dottori, insieme a sua moglie Valeria Bochi, ha lasciato Milano per tornare a Cupramontana e occuparsi dell’azienda di famiglia, La Distesa. C’è Elena Pantaleoni che, insieme a Giulio Armani, gestisce con tenacia e passione la sua antica azienda agricola La Stoppa in provincia di Piacenza. A Pacina in provincia di Siena ci sono Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa, con un’azienda tutta “toscana” dalla storia antica. E infine Stefano Bellotti, che ha iniziato a occuparsi di agricoltura diciottenne nella sua Cascina degli Ulivi, che mostra le sue uve, mostra la sconcertante diversità fra una terra naturale e una terra chimica. Alle loro storie di resistenza si intreccia quella di Gian Luca Farinelli, il direttore della Cineteca di Bologna, che sostiene e diffonde la visione di film del passato. Nel documentario di Nossiter se ne vedono alcuni inserti che tracciano un filo rosso tra passato e presente, tra la resitenza naturale e quella culturale. Tutti insieme si ritrovano per confrontarsi, scambiarsi le esperienze, fare fronte comune contro un sistema consolidato che cerca di marginalizzare il loro modo di fare agricoltura.
Paesaggi splendidi, volti e storie altrettanto sorprendenti. Vigne assolate, accoglienti cascine, grandi alberi su cui su si arrampicano bambini allegri e chiassosi. Una precisazione, però, è doverosa: il film non raccontra la più classica delle fughe dalla città, i vignaioli non sono personaggi stravaganti, non sono bobo annoiati dalla vita cittadina. Sono dei rivoluzionari e il loro è un atto politico che più politico non si può: una resistenza contro l’omologazione, contro il controllo degli alimenti a scapito della diversità e della genuinità e contro tutto ciò che piega la natura alle grandi logiche di potere economico. Resistenza naturale è un film da non perdere per quello che racconta e per come lo racconta. Un film per resistenti e rivoluzionari, veri.
Il Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Oeso6gNKz1k
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