NBA: Tempesta sui Clippers
Il primo turno dei playoffs è in pieno svolgimento, ma l’attenzione in questi giorni è calamitata sulle frasi del proprietario dei Clippers, che hanno scatenato indignazione generale in NBA. La squadra rischia di pagare anche a livello tecnico. Miami qualificata, Indiana spalle al muro, San Antonio ed Oklahoma in parità.
Donald Sterling l’ha combinata grossa. Il proprietario dei Clippers è stato intercettato mentre parlava al telefono con l’ex fidanzata, invitandola a non farsi fotografare e non venire al palazzetto con persone di colore. Il sito TMZ ha pubblicato l’audio e da allora non si è parlato d’altro. Sterling, già in passato accusato di razzismo, verrà oggi giudicato dalla NBA, rischia una grossa multa ed una sospensione. Certo, a noi resta il dubbio di come sarebbe stata trattata la vicenda in Italia, forse sarebbe stata contestata la legittimità dell’intercettazione, insomma il dito che conta sempre più della luna.
La vicenda ha avuto una pesante ripercussione sui Clippers, il cui allenatore è Doc Rivers, afroamericano come gran parte della squadra. Sabato i giocatori hanno tolto le giacche gettandole al centro del campo, effettuando il riscaldamento con le magliette al contrario. In partita sono stati travolti da Golden State di Curry ed ora la serie è sul 2 a 2. {ads1} Miami è stata l’unica capace di passare il turno 4 a 0, due agevoli successi in North Carolina con James appena spaventato da un colpo alla coscia destra subito nel match di stanotte.
I detentori dovranno attendere a lungo il nome dell’avversaria, poiché Toronto e Brooklyn sono 2 a 2. Newyorchesi avanti dopo gara tre grazie ai canestri di Joe Johnson e gli errori ai liberi di Patterson nel finale; canadesi capaci di impattare domenica con un primo quarto da antologia ed un DeRozan da 24 punti.
Perdura la crisi di Indiana e di Hibbert. Il centro ha chiuso gara5 a zero punti e rimbalzi, spianando la strada per il successo di Atlanta. Gli Hawks sono 3 a 2 e giovedì in Georgia potrebbero diventare la quarta tds n.8 ad eliminare una n.1. Gara decisa dalle triple, 15 messe a segno dagli underdogs di cui 9 in un 2° quarto spettrale per i Pacers (41 a 19). Con sei giocatori in doppia cifra e 45 punti dalla panchina, coach Budenholzer pare vicino all’impresa.
Dovesse riuscirci, troverebbe Washington, che domenica ha battuto Chicago anche senza Nenè, punito per un alterco con Butler nell’incontro precedente. I Wizards hanno pressato l’avversario dalla palla a due, costruendosi un vantaggio poi ben gestito. Carrer high per Ariza ai playoffs, 30 punti. Risalire da 1 a 3 per i Bulls sarà arduo.
Le due favorite ad Ovest sono in difficoltà, entrambe hanno vinto in trasferta gara4 risalendo da un pericoloso 1 a 2, ma le loro serie restano aperte.
San Antonio beffata sabato sulla sirena da Vince Carter, stanotte ha reagito con un 93-89. Parker sta deludendo, ma Ginobili è in gran spolvero, 23 punti. Decisivi come sempre gli stranieri, la tripla decisiva è stata firmata da Diaw, mentre fra Ellis tra i Mavs, ottimo in gara3, ha fallito il canestro dell’aggancio.
Una vittoria a testa, questo il bilancio delle due sfide interne per Memphis con Oklahoma. I Thunder hanno rischiato, erano sotto 80-75 ad 1′ dalla fine di gara4, l’1 a 3 sarebbe stato un baratro difficilmente colmabile. Con Durant e Westbrook in giornata storta ci ha pensato Reggie Jackson, 5 punti filati per portare la gara all’overtime, altri 8 sui 12 della squadra nel prolungamento.
Portland potrebbe superare il primo turno 14 anni dopo l’ultima volta e nella settimana della scomparsa di Jack Ramsey, coach del loro unico titolo, nel ’77. Il rookie Troy Daniels aveva consentito a Houston di accorciare la distanza con una tripla a 11″ dalla fine, ma i Rockets sono risaliti 3 a 1 domenica nella terza delle quattro gare della serie finita al supplementare. 29 punti di Aldridge, ma è di Matthews la giocata decisiva, un recupero su Beverley che ha impedito ai Rockets di prendersi l’ultimo tiro.