Intervista a Curzio Maltese candidato alle Europee
Il giornalista e scrittore Curzio Maltese è capolista per il Nord-Ovest con L’Altra Europa con Tsipras. L’abbiamo incontrato a Roma e ci ha rilasciato un’intervista in cui ci ha raccontato il progetto di un’Europa non dell’austerità ma della solidarietà, un’alternativa possibile e contraria al disfattismo anti euro.
PAROLIBERO: La Lista Tsipras non è anti euro, è per l’Europa ma la vuole diversa. In che modo?
CURZIO MALTESE: «In Europa c’è il pilota automatico, l’Europa va avanti con l’austerity, con governi che sono in metà Europa ormai di grande coalizione ma anche con governi di sinistra, come in Francia, che fanno comunque politiche di austerità. Contro questa politica c’è un ritorno allo Stato e alla moneta nazionale, che è argomento delle destre, cioè di Le Pen, della Lega, di Fratelli d’Italia e anche di Grillo. La Lista Tsipras è un’altra cosa, vuole rimanere in Europa ma vuole un’Europa federale, che significa anche debito federale. Se l’Alabama va in deficit questo è anche un problema della California. Se vince Tsipras per prima cosa invece di dare mille miliardi alle banche si daranno mille miliardi per creare posti di lavoro, perché il vero problema è la disoccupazione».
P: Quali sono stati gi errori che hanno concorso alla crisi economica e quali sono le vostre soluzioni?
C. M. : «L’inizio della crisi nel 2007 è d’origine bancaria: le banche hanno speculato e a quel punto una parte doveva fallire e una parte doveva essere riformata. Questo non è successo e invece il debito è stato accollato agli Stati, il debito privato delle banche è diventato debito pubblico. Questo ha rovinato la Grecia e rischia di rovinare l’Italia. In Italia si potrebbero creare centinaia di migliaia posti di lavoro in pochissimi anni, soprattutto nella cultura e nel turismo e in settori nuovi come la green economy e la riqualificazione ambientale. Per i liberisti lo Stato non deve intervenire nell’economia ma se dà 100 miliardi alle banche va bene, se dà 100 miliardi per creare posti di lavoro non va bene, non deve interferire. Beh questa francamente è la visione di una lobby, siamo in mano a delle lobby bancarie.
P: Voi siete per le frontiere aperte ma pensate che il nostro già fragile welfare possa reggere l’immigrazione?
C. M. : «L’immigrazione è uno dei temi che svelano l’illusione e la follia di certe posizioni nazionaliste. C’è bisogno di una politica europea sui flussi, di accoglienza e di integrazione. Questo non lo possono fare i singoli paesi altrimenti succede il marasma, com’è successo in Italia, e di questo ci occuperemo. Quanto al welfare ci stanno facendo credere che sia un lusso quando invece ogni anno gli italiani pagano molte più tasse rispetto a quanto ricevono in servizi. E poi il vero problema non è l’immigrazione ma è il lavoro: se investiamo nel creare posti di lavoro la migrazione non sarà un problema ma un’opportunità, quella che doveva in origine rappresentare l’Europa abbattendo le frontiere degli Stati».
P: Ultimamente si parla di nomine al femminile come operazione di maquillage. Qual è la vostra posizione sulla questione di genere?
C. M. : «Io sono l’unico capolista maschio nella Lista Tsipras, ma anche se fossero state candidate solo donne non se ne sarebbe parlato perché sono in gamba. Ora in Italia è in atto un’operazione d’immagine ridicola e offensiva nei confronti delle donne, tra l’altro falsa perché se guardiamo le nomine degli enti pubblici (peraltro molto discutibili, segnate dal conflitto di interessi) sono state nominate presidenti, figure onorarie, le donne e amministratori delegati e direttori generali, che sono quelli che hanno il potere, gli uomini: questa è una pagliacciata. In Italia vengono licenziate le donne quando rimangono incinte, ovviamente adducendo altre motivazioni. La Lista Tsipras è disponibile a mettere a disposizione gratuitamente degli avvocati per fare causa a questi datori di lavoro».