Election day, Alfano incalza: “Non buttiamo questi soldi”
Su una cosa sono, a quanto pare, assolutamente d’accordo: un Monti Bis non ci sarà. Bersani e Alfano ieri, intervenendo alla tavola rotonda organizzata all’assemblea nazionale della Cna all’Auditorium della Conciliazione, hanno confermato d’una sol voce che le loro “posizioni sono estremamente differenti” e che “credo”, ha detto il segretario del pdl, “che entrambi siamo contenti delle nostre diversità perché costituiscono le basi per i nostri ideali e il nostro programma.
L’esperienza Monti ha il carattere dell’eccezionalità». Un fronte compatto, persino una voce concorde, dunque, contro la riconferma dell’attuale premier: “Non scommetterei nemmeno un centesimo”, ha detto Alfano, seguito dal «Risparmio anche quel centesimo», del segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Diverse invece le posizioni di Casini, che invita tutti alla cautela, ricordando come il bipolarismo abbia avuto un’apoteosi di consensi, ma come poi si sia rivelato una grande armata per vincere le elezioni, incapace di governare.
Una ritrovata unità di intenti, pare, dopo il duro confronto di mercoledì sul tema dell’Election Day che ha visto protagonisti proprio i due segretari. Angelino Alfano ha infatti preso in malo modo la decisione del Viminale di anticipare le regionali di Lombardia, Lazio e Molise di 50 giorni rispetto alle politiche, ossia al 10 ed 11 Febbraio prossimi, e ha attaccato Bersani e il Pd sullo spreco che deriverebbe dalla decisione: si condannerebbe l’Italia,
econdo l’ex guardasigilli, “a cinque mesi estenuanti di campagna elettorale”, pari ad un costo di 100 milioni di euro. Secondo Gasparri e Gelmini sarebbe addirittura un gesto folle, che paventerebbe senza alcun dubbio il fantasma dell’astensionismo e favorirebbe Grillo; insomma, un “errore grossolano e madornale”- questa l’espressione usata da Alfano – a cui Monti dovrà rimediare entro il week-end: pena? Il pdl “valuterà il da farsi”. Una minaccia andata, almeno per ora, a vuoto, e un attacco mirato al Pd e al suo leader, che non ha mancato di replicare seccamente: «Alfano non faccia il mestiere del Presidente della Repubblica, ne abbiamo un altro che fa benissimo il suo mestiere». L’idea di Bersani è infatti, quella di votare nei «nei tempi giusti» per le politiche, anticipando invece il voto delle Regioni per le ragioni note.
Alfano, dal canto suo, anche ieri ha continuato sulla stessa linea: “Io non ho il problema di anticipare il voto politico”, ha detto durante la tavola rotonda, “per me va bene qualunque data da scegliere di concerto con il Presidente della Repubblica, ma non buttiamo questi soldi”. L’idea di accorpamento del segretario PdL è stata accolta ed approvata da parte del potenziale elettorato, sicuramente colpito dall’attenzione al risparmio palesata dal centrodestra – trascurando, magari, che si andrebbe a Febbraio con il Porcellum, con Senato e Camera senza maggioranze definite (e magari con Monti capo del Governo). Ma se Alfano ha la memoria corta, l’elettorato no: tra le reazioni più diffuse c’è infatti l’istantaneo riferimento alla vicenda referendum, in cui si è votato, con le regionali, in due momenti diversi; buttando via, anche in quel caso, diversi milioni di euro.