Un’oasi a Roma: il lago nascosto ExSnia
Strano ma vero: a Roma, in piena città, c’è un lago, un’oasi di pace e bellezza nel bel mezzo del cemento, tra l’inquinamento ed il caos del traffico cittadino. Si trova a Largo Preneste e si chiama ExSnia. Se non fosse stato per i social network, che ultimamente hanno iniziato a diffonderne le foto, tutti avrebbero continuato a ignorare la sua esistenza, compresi gli abitanti dello stesso quartiere.
E non stiamo parlando di una semplice pozza d’acqua ma di un vero e proprio laghetto addirittura balneabile, un specchio d’acqua di oltre 4.000 metri quadrati tra edifici fatiscenti, una sorta di scherzo della natura, sorto tra le macerie dell’ex fabbrica Snia Viscosa. La storia del lago comincia nel 1992, quando un noto costruttore romano, Antonio Pulcini, proprietario dell’area, decide di edificare sul posto un mega centro commerciale con annesso parcheggio sotterraneo. Durante gli scavi però vengono danneggiate delle tubature che fanno riversare in superficie una grande quantità di acqua che, addirittura, sommerge una parte della vecchia fabbrica. Nasce così il nostro laghetto che, di fatto, resta più o meno sconosciuto. Qualche anno dopo si pensa di utilizzare il luogo come sede distaccata dell’Università La Sapienza, ma il progetto sfuma e il lago ExSnia resta dov’è. Qualche anno fa, nel 2010, si ritorna a parlare della zona quando la giunta di centrodestra decide di riqualificare immobili ed aree degradate (bando “relitti urbani“), e si rifà vivo Pulcini con il progetto di quattro torri di 30 piani. L’iniziativa mette in allarme diverse associazioni di quartiere che, temendo di veder scomparire per sempre il delizioso laghetto, che, con il passare del tempo ha fatto sbucare fuori dal nulla una rigogliosa vegetazione tutt’intorno, iniziano a mobilitarsi. Si arriva così ai giorni nostri, con la notizia e le foto del laghetto che hanno iniziato a fare il giro del web grazie ai social network.
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C’è da dire che il famigerato “bando relitti urbani”, è ufficialmente decaduto, e, a quanto fanno sapere dal Comune, non ci sarebbero in vista progetti di edilizia sul sito. Nel frattempo, in vent’anni, si è venuto a formare un ecosistema naturale ricco di biodiversità: germani reali, gallinelle d’acqua, martin pescatore, e tanti altri uccelli trovano rifugio tra le cannucce e nel fitto della vegetazione: un’oasi nel cemento. I cittadini quindi vorrebbero rivalutare la zona, renderla fruibile a tutti, anche perché, come si accennava precedentemente, si tratta di acqua balneabile, certificata da analisi fatte in laboratorio, proprio per verificare la presenza o meno di microrganismi e sostanze chimiche pericolose per la salute. Ebbene, da queste analisi (che peraltro risalgono allo scorso febbraio) è risultato che l’acqua è “pulita“, in quanto la presenza di batteri è al di sotto dei limiti di balneabilità, e questo indica che non ci sono contaminazioni provenienti da fognature o scarichi.
Questi risultati sono più che positivi soprattutto se si pensa alla posizione del lago, che viene a trovarsi all’interno di una delle zone più densamente abitate di Roma, dove l’inquinamento è di casa. Inoltre, questi risultati diventano ancora più positivi se si confrontano con quelli dei laghi in cui d’estate si va notoriamente a fare il bagno, come Bracciano e Castel Gandolfo, dove spesso e volentieri la balneazione non è consentita per valori superiori di ben 100 volte ai limiti di legge. Insomma, il lago c’è, l’acqua è pulita (Pulcini da 20 anni sostiene che il lago si sia formato per la rottura di una tubatura fognaria…) mancherebbe una zona d’accesso e il posto potrebbe essere sfruttato al meglio, e non solo dai residenti. A questo proposito il 25 Aprile i quartieri di Roma est hanno organizzato un corteo che attraverserà la zona di Cantocelle, villa Gordiani ed il Prenestino, sia per segnalare altri disagi di zona, ma anche per liberare l’area del lago e per renderla, speriamo il prima possibile, un parco aperto a tutti.