L’addio di Mazzacurati con La sedia della felicità

Ieri mattina alla Casa del Cinema di Roma si è svolta la conferenza stampa del film La sedia della felicità, l’ultimo film diretto da Carlo Mazzacurati prima della sua morte, avvenuta il 22 gennaio scorso. 

 Il film è interpretato da Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese, Raul Cremona, Milena Vukotic e Katia Ricciarelli. Erano presenti in sala, oltre gli attori principali e gli sceneggiatori, anche Marina, la moglie del regista, che ha tenuto a sottolineare che il film non è un’opera postuma come ha scritto qualcuno, ma è semplicemente qualcosa di bello che rimarrà tra noi. Mastandrea esordisce, con la genuinità romana che lo contraddistingue, dicendo: “Io, rispetto a questa esperienza, ricordo solo un grande entusiasmo, tutti noi non ci siamo mai accorti della sua malattia, che non è mai stata un peso o un intralcio al lavoro e credo che in quei giorni non se ne sia accorto nemmeno lui.” “Avrei voluto lavorare con Carlo molto tempo prima, per lui evidentemente non era così” scherza Mastandrea. {ads1}

La bella protagonista Isabella Ragonese parla del film con una aria sognante e dice: “In questo film si ride, ma non per dimenticare qualcosa: si ride perché l’ironia di Carlo è un punto di vista sul mondo, è quella giusta distanza cui lui faceva spesso riferimento come prospettiva necessaria per guardare le cose. Il mio è un ricordo col sorriso, senza malinconia.” Per tanto tempo il film aveva avuto un altro titolo, La regina delle nevi, che poi grazie a un bambino è diventato La sedia della felicità. Come sia successo lo ha raccontato il produttore Angelo Barbagallo: “Un giorno eravamo sul set e il figlio di quattro anni del nostro montatore ci ha suggerito il nuovo titolo e per premiarlo di questa illuminazione gli abbiamo regalato la famosa sedia, Carlo era felicissimo all’idea che fosse stato un bimbo a trovare il titolo giusto al film.” La storia di Mazzacurati spicca il volo grazie alla leggerezza e all’interpretazione degli attori principali, purtroppo verso la fine cade in picchiata libera su un finale troppo banale anche per una favola.

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