Beach volley, ancora una volta preso di mira dalla Fipav

In un susseguirsi di scivoloni e cadute di stile la Fipav non fa altro che far parlar male di se troppo spesso ormai e l’impressione è sempre più quella che invece di essere una federazione atta a tutelare il proprio sport, sia un ente di

riscossione tributi, al quale importa davvero poco delle sorti dei suoi associati. E se già i rapporti con la pallavolo sono tesi, figuriamoci quelli con il beach volley, con il quale pare aver instaurato un rapporto di semplice opportunismo. Infatti questa disciplina viene considerata ormai solo quando è portatrice di guadagno e di visibilità, perché in altre circostanze viene totalmente dimenticata o addirittura osteggiata.

In questo caso non stiamo parlando di una dimenticanza o di poco impegno da parte della Federazione, ma di un gesto che non permette neppure agli addetti ai lavori di svolgere le proprie mansioni, stiamo parlando di un gesto che affossa totalmente la buona volontà di coloro che cercano di portare avanti questa passione nonostante la gestione federale.
Nel mirino questa volta c’è l’Open Beach, rea di aver organizzato un torneo amatoriale misto, “Milano by night”, senza aver chiesto l’autorizzazione alla Fipav Lombardia e per questo multata di mille euro. A sua difesa l’Open beach ha affermato che questo torneo si svolge ormai da sei anni e che per quanto riguarda i misti (tornei che prevedono squadre formate da uomini e donne) la Fipav non ha un regolamento. Il rammarico che trapela dal comunicato stampa redatto dal presidente dell’Open Beach, Stefano Calabrese, è che la Fipav Lombardia sia andata a colpire proprio uno dei suoi maggiori associati e promotori dei tornei federali, senza aver prima cercato una benché minima comunicazione con l’associazione per avvertire dell’irregolarità, che a quanto pare prima della multa non era mai stata presa in considerazione.

A causa di quanto accaduto purtroppo a farne le spese saranno sempre i soliti appassionati, che questo sport se lobwt finanziano da soli e non fanno altro che muoversi tra difficoltà, iscrizioni salate e multe che piovono alla minima irregolarità. Ok che i tempi sono bui e c’è crisi, ma come si spera di far proseguire questo sport se anche quel poco fatto dalle associazioni con autofinanziamenti viene osteggiato come nel caso dell’Open Beach? Come può una disciplina del genere trovare spazio nel nostro Paese a queste condizioni, se neppure la Federazione di appartenenza fa gli interessi degli associati? E mentre vediamo crescere nazioni che le spiagge le vedono solo in cartolina, noi continuiamo a destreggiarci nella faticosa burocrazia italiana che colpisce anche lo sport e soprattutto nella totale indifferenza di chi questo sport dovrebbe quanto meno tutelarlo e promuoverlo. E se la Fipav è così efficiente quando si tratta di multe ed ammende, perché non lo è allo stesso modo quando si tratta di restituire a numerosi iscritti la quota di iscrizione ad un campionato italiana al quale non tutti hanno potuto partecipare causa “mancanza campi”?
Di domande ce ne sarebbero ancora molte, ma inutile dire che le risposte sono scarse, per ora c’è solo la reazione degli appassionati, colpiti ancora una volta nell’orgoglio e nel portafoglio e da qui l’amara decisione di Open Beach, Beach Volley University e Beachvolley 365 di annullare l’organizzazione del circuito invernale sulla sabbia, il “Winter Tour 2012/2013, che neanche a dirlo è un torneo marchiato Fipav…

12 Novembre 2012

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