«Quattro veline e un gabibbo»
«Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna » dicevano i latini. Le cose però sono cambiate e le donne puntano alla conquista del mondo. Quale modo migliore, dunque, se non partire dalla politica. «Alle europee avremo cinque donne come capolista. Non cinque bandierine, ma cinque persone che per la loro esperienza e storia personale possono dare un contributo all’Europa»
Sono le parole del premier Matteo Renzi. Le cinque candidate in questione sono: Alessia Mosca nella circoscrizione Nordovest, Alessandra Moretti nel Nordest, Simona Bonafè al Centro, Pina Picierno al Sud e Caterina Chinnici nella circosrizione delle isole. Una dichiarazione arriva proprio “a fagiolo”, mentre la Camera approva il provvedimento per l’equilibrio di genere alle elezioni del Parlamento europeo: 388 sì, 29 astenuti e 104 no. Alle prossime elezioni del 25 maggio, verrà applicata una “norma transitoria” secondo la quale, nel caso in cui vengano espresse tre preferenza, queste devono comprendere candidati di diverso sesso, viceversa la terza preferenza verrà annullata.
«Sono molto soddisfatto. Nel Pd le donne sono in pista con ruoli di prima fila », afferma Renzi. Civati conferma: «Ho votato sì perché c’è pluralità. Ora però oltre alla comunicazion e concentriamoci sui contenuti». Il vicesegretario Lorenzo Guerini ci tiene a precisare: «Il 40 per cento delle liste è composto da donne ». {ads1}
Un vero e proprio “ribaltone rosa“, insomma, con il quale il premier ha voluto rispondere a quanti lo avevano accusato di “scarsa sensibilità” sul tema della parità di genere nell’Italicum. La domanda che molti si pongono, però, è: si tratta di reale sensibilità o di strategia di marketing?
La risposta per alcuni è scontata: «Sono donne usate a fini di marketing secondo la migliore tradizione berlusconiana: quattro veline e Renzie a fare il Gabibbo. Una presa per il culo, ma tinta di rosa», scrive Grillo in un post dal titolo «Quattro veline e un gabibbo». Quattro e non cinque perché Grillo ha almeno avuto l’accortezza di escludere Caterina Chinnici, la cui età sfiora i 60, figlia del giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia nel 1983. Grillo incalza: «Quattro delle cinque capilista nominate direttamente dall’ebetino sono attualmente deputate.Se elette cosa faranno? Si dimetteranno e andranno a scaldare le poltrone di Bruxelles e Strasburgo? No. Rinunceranno e faranno passare i trombati impresentabili che da soli non riuscirebbero a prendere i voti neppure per amministrare un condominio». Anna Finocchiaro risponde semplicemente: «Da Grillo becero maschilismo. Per quanto ci riguarda, prendiamo il positivo e consideriamo queste sue dichiarazioni bene auguranti, visto il grande e pluriennale successo di Striscia la notizia». Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del PD, commenta, non si scompone davanti alla «stessa minestra riscaldata ogni giorno, fatta di invettive e insulti» e commenta: «Le sue affermazioni rivelano l’idea che lui ha delle donne, noi ne abbiamo una diversa e le vogliamo sempre più protagoniste». Nel frattempo spopola l’hashtag #escidalblogèprimavera.
Quello che colpisce di tutta questa vicenda è che in Italia si parli ancora di “differenze” di trattamento sulla base del genere e il dover intervenire politicamente e giuridicamente in materia poiché la coscienza personale non basta: anni di emancipazione femminile non sono bastati a far capire agli uomini, ma soprattutto alle donne stessa, che essere “donne capaci” non è una conseguenza dell’essere giovani e di bella presenza ma, allo stesso tempo, queste due caratteristiche non escludono obbligatoriamente la prima.