Mezzafemmina: il nuovo disco e il tour
GUARDA IL VIDEO DI “LA COLLEZIONE DI VIZI” -> http://youtu.be/kHlmtctyDoI
Un disco in cui si ride, si riflette, si muovono i fianchi, si batte il piede, sia parla in dialetto irpino, si protesta e ci si intenerisce. Mixato da Giorgio Baldi, già produttore ed attuale chitarrista di Max Gazzè, e prodotto artisticamente dallo stesso insieme a Mezzafemmina, “Un giorno da leone” è il secondo lavoro sulla lunga distanza dell’artista torinese, vero nome Gianluca Conte, ed esce oggi per Controrecords, accompagnato da un tour che toccherà le principali città italiane.
“Un giorno da leone” è il nuovo album di Mezzafemmina in uscita per Controrecords l’8 aprile 2014. Un disco con una storia lunga da raccontare e che ha visto partecipare alla sua realizzazione artisti di varia collocazione geografica, oltre che musicale, tra cui Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele dei Perturbazione (già produttori artistici del primo disco di Mezzafemmina), Fabrizio Cit Chiapello, Federico Puttilli dei Nadar Solo, il rapper Chef Ragoo, oltre naturalmente a Giorgio Baldi, già produttore ed attuale chitarrista di Max Gazzè, che lo ha anche mixato e prodotto artisticamente insieme allo stesso Mezzafemmina. Dieci brani che partendo da una radice cantautorale assumono forme e sonorità variegate e difficili da incasellare in un genere: l’imperativo categorico della collaborazione tra Giorgio Baldi e Mezzafemmina, infatti, è stato il lasciarsi stupire. Il disco diventa così quasi un concept album al contrario, in cui il filo conduttore è proprio la ricerca dello slegarsi da un unico stile espressivo. “Un giorno da leone” è una raccolta di episodi, di pillole, di quadri tutti diversi uno dall’altro, in cui si passa dal folk, al pop, all’elettronica, addirittura al rap. Allo stesso modo i testi alternano episodi più intimisti ad altri che danno una propria interpretazione sulla realtà sociale, elemento quest’ultimo già centrale nel primo disco di Mezzafemmina, fino ad arrivare alla rivisitazione di una canzone popolare della tradizione rurale irpina, terra a cui l’artista è molto legato.
“Mezzafemmina venne chiamata la famiglia del mio bisnonno, in Irpinia. Accadde perché lui collaborava a fare i lavori domestici, e questo in un contesto rurale e sotto il fascismo era inaudito. Così, dal momento che ogni famiglia aveva un soprannome, la sua divenne Mezzafemmina – racconta Gianluca Conte -. Riprenderlo è un modo per ribellarsi a quell’ottica oppressiva: per loro era un dileggio, io invece ne vado fiero. Credo di poter dire che questo disco sia ciò che più si avvicina ad un obiettivo che mi ero posto da diverso tempo, vale a dire quello di liberarmi da qualsiasi necessità di incasellamento in un genere musicale. Un mio compagno di liceo ripeteva spesso che, secondo lui, chi dice di ascoltare o di voler suonare diversi generi di musica è una persona che non ha identità. Io credo esattamente il contrario. Ed è quello che ho fatto in questo disco, grazie alla collaborazione con Giorgio Baldi, che ha dimostrato di essere in sintonia con questa mia personale ricerca di libertà. La cosa che più mi soddisfa è che il risultato è fortemente voluto quanto spontaneo. Spesso quando cominciavamo a lavorare su un pezzo non avevamo letteralmente idea di come si sarebbe sviluppato e ci siamo lasciati trascinare. In questo disco si ride, si riflette, si muovono i fianchi, si batte il piede, si parla in dialetto irpino, si protesta e ci si intenerisce. In fondo esattamente quello che ognuno di noi fa nella sua vita.”
L’uscita del disco è accompagnata dal singolo “La collezione di vizi“, il cui video girato da Fabio Ferrero e Matteo Tortone vuole esprimere sottoforma di immagini la sfida tra la cultura iperprestativa e competitiva odierna ed il piacere delle piccole cose, di cui parla la canzone stessa.
SUL WEB: www.mezzafemmina.com
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