Fabrizio Moro e Pier Cortese al N’Importe Quoi Libreria Caffè
“Questo strumento uccide i fascisti”. Così aveva scritto Woody Guthrie sulla sua chitarra. Nella realtà, si sa, è tutto più complesso; qualsiasi strumento da solo non può far molto. Ma se a suonarlo è la persona giusta, quantomeno può migliorarti la serata.
Se, poi, ti capita di trovare due persone giuste con in mano una chitarra, allora sì che puoi smetterla di lamentarti e, semplicemente, fermarti ad ascoltare. Così, tra gli scaffali di una libreria al centro della città, potresti godere della gioia di trovarti ad un concerto, che non è un concerto; durante un’intervista che non è, poi, una classica intervista.
Servono gli ingredienti giusti per creare un’atmosfera intima e accogliente come quella del N’Importe Quoi Libreria Caffè. Niente lustrini e storie costruite, soltanto la voglia di scoprire e raccontarsi. E questo giovedì è toccato a Fabrizio Moro e Pier Cortese, alle prese con simpatiche confessioni e racconti di progetti futuri. Guidati da Stefano Mannucci, giornalista e critico musicale, organizzatore di “Senza Filtro”, i due artisti hanno iniziato parlando del loro primo incontro, tra i corridoi dell’Ariston, durante il Sanremo del 2007, edizione che ha dato avvio alla carriera musicale di Fabrizio Moro. Dalla nascita di “Pensa”, scritta e lasciata nel cassetto per lungo tempo, fino ad uno dei pezzi più noti, “Libero” (link video), interpretata per l’occasione con il supporto di Pier Cortese. Il quale, a sua volta, incanta il pubblico con “Canzone silenziosa”(link video) che, tra sussurri e arpeggi, trasmette un messaggio forte di per sé, senza bisogno di urlarlo.
La voglia di comunicare accomuna i due artisti, nonostante gli ostacoli e le voci dissidenti. “Mi piace schierarmi, anche se la gente non può condividerlo. Quando ti schieri ti fai tanti amici ma anche tanti nemici”, racconta Fabrizio Moro.
Scherzano, ridono, improvvisano canzoni; raccontano della loro prima collaborazione per il brano “Fermi con le mani”, ispirato dalla storia di Stefano Cucchi. E parlano dei progetti futuri: un disco lavorato nei dettagli, frutto del lavorio tra l’istinto di Fabrizio e l’accuratezza di Pier, in piena fase di lavorazione, che uscirà intorno a marzo del prossimo anno. “Aggiungi qualcosa a te stesso, collaborando con gli altri”, un pensiero di condivisione positiva che, in linea con il pensiero di Pier Cortese, potrebbe essere la chiave di svolta della musica italiana odierna.
9 novembre 2012