Leopoli: forma e vita di una Pompei medievale

Dopo 20 anni di scavi, l’archeologia medievale italiana brinda alla memoria ritrovata della preziosa città di Leopoli, nell’odierno comune di Civitavecchia. Una perla tra le rare fondazioni altomedievali rintracciate dalla storia nel nostro paese. 

In attesa della musealizzazione del complesso, l’esposizione Il Sogno di un Papa, ai Mercati Traianei fino al 27 luglio, ne esplora segreti e reperti. Da Leopoli a Cencelle a Pompei medievale: districandosi tra leggende, fonti documentarie e realtà, l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Università G. D’annunzio di Chiesti-Pescara e con l’Ecole Française de Rome, ha ripercorso archeologicamente l’ascesa e il declino dell’affascinante borgo sui monti della Tolfa, tanto trascurato negli ultimi secoli, quanto generoso nell’abbondanza di reperti ritrovati. È stato proprio il completo abbandono riservatogli in età moderna a giocare a favore della ricerca: le linee architettoniche degli edifici, chiaramente distinguibili nelle trasformazioni secolari, hanno offerto la rara possibilità di leggere urbanisticamente la nascita e lo sviluppo di un sito nelle tre fasi principali dell’età medievale, fino a regalare curiosi dettagli della vita quotidiana di chi lo abitava. Nasce così l’idea di un’esposizione che coniuga al rigore scientifico della scoperta, la magia della biografia romanzata di un borgo sospeso nel tempo, nato da un’apparizione che ebbe in sogno Papa Leone IV (IX dc) e abbandonato dai suoi abitanti agli albori del primo Rinascimento. Al piano superiore dei Mercati Traianei, i reperti esposti in grande quantità ritrovano dopo secoli i loro padroni: gli osti Giovanni, Adamo e Ranaldo tornano tra i preziosi boccali in avorio e i moltissimi scacchi in maiolica, regalandoci l’illusione di poter far capolino nelle loro osterie ricostruite e nelle usanze di età comunale. Il mugnaio Martino, l’ex sindaco Enrico de Accettante e il fabbro Matteo sono solo alcuni dei protagonisti originali della storia di Leopoli-Cencelle che, con l’aiuto del papa, spiegheranno le vicende di una città in continua oscillazione tra potere imperiale e pontificio, e come mai nell’890 dc sullo stemma di Civitavecchia fiorì una quercia su fondo blu, ancora oggi simbolo della città. {ads1}

Fondazione altomedievale ex novo, Leopoli-Cencelle ha il merito di spiegare come veniva progettata una città priva di condizionamenti strutturali preesistenti e di arricchire la conoscenza storica di dettagli materiali circa l’età comunale di cui ancora non sappiamo sotto i profili architettonico e urbanistico. Come sottolinea la professoressa Francesca Romana Stasolla, docente di Archeologia e Topografia Medievale all’Università La Sapienza e direttrice del progetto degli scavi archeologici, il prossimo ambizioso passo sarà la musealizzazione dell’area “Grazie alla disponibilità del Comune di Tarquinia, che ha lavorato di concerto con la Direzione Regionale del Ministero per i Beni Culturali, è stato avviato i progetto di esproprio dell’area archeologica, condizione indispensabile per il processo di valorizzazione del complesso. A questo si sta lavorando da anni.

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