Cosa Nostra ruota intorno a Denaro
Da qualche giorno in rete circola l’identikit aggiornato della primula rossa, Matteo Messina Denaro: l’uomo “invisibile”, detentore di segreti di Stato, capace di sostituire Provenzano e Riina.
Matteo Messina Denaro, capomandamento di Castelvetrano, figlio (d’arte) di Francesco detto “Don Ciccio”, anche lui storico padrino di Castelvetrano, é latitante dal 1993. Da 21 anni l’uomo, detto ‘U Siccu dai suoi o Diabolik, sfugge alle azioni della polizia, senza troppa difficoltà: posti di blocco, blitz, sembra che Diabolik sappia sempre dove non andare. Messina Denaro, del resto, é uno che ha sempre saputo come muoversi e chi ascoltare; il suo “curriculum” mafioso non si limita allo sviluppo di attività illecite nel suo Paese, alla riscossione del pizzo o alla concessioni di favori. ‘U Siccu, partendo da Castelvetrano, ha fatto carriera: denunciato nel 1989 per associazione mafiosa, responsabile nel 1991 dell’omicidio di Nicola Consales proprietario di un albergo nel quale lavorava l’amante di Messina Denaro, colpevole di essersi lamentato di «quei mafiosetti sempre tra i piedi», nel 1992 entra a far parte di un gruppo di fuoco. Insieme ad altri mafiosi di Brancaccio e Trapani, viene inviato a Roma per fare appostamenti intorno al presentatore Maurizio Costanzo e per realizzare l’omicidio del magistrato Giovanni Falcone e del ministro Claudio Martelli, attraverso l’uso di armi quali kalashnikov e fucili. Totò Riina scelse però un’altra modalità per realizzare l’attentato, e il gruppo di fuoco rientrò. Con gli anni Diabolik si è reso responsabile di tanti atroci omicidi e attentati, tra i quali quelli di Roma, Milano e Firenze del 1993 che provocarono in totale 10 morti, 106 feriti e gravi danni al patrimonio artistico; a un amico avrebbe confidato «con le persone che ho ammazzato, io potrei fare un cimitero».
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Matteo Messina Denaro, dopo l’arresto di Bernardo Provenzano e Totò Riina, ha assunto potere non solo a livello locale ma all’interno della struttura organizzativa di Cosa Nostra. Molti sono stati gli arresti e molte sono le indagini relative ai suoi contatti; ultima la condanna a 12 anni per mafia ed estorsione ad uno dei suoi “pizzinari” Santo Sacco, consigliere provinciale e comunale a Castelvetrano tra le fila di Forza Italia e poi PDL. Da mesi si parla della possibilità di un sempre più prossimo arresto di Matteo Messina Denaro ed anche Roberto Saviano ha affermato «Credo che l’arresto dell’attuale capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, sia imminente». Ad oggi però, la novità é solo un identikit aggiornato dell’uomo, diffuso dalle forze dell’ordine e realizzato grazie alle descrizioni di un confidente che sembra aver incontrato recentemente il latitante. L’aggiornamento dell’identikit non è poi così rivoluzionario; secondo la nuova immagine, U’ Siccu sembra leggermente appesantito, senza occhiali da vista con i capelli ancora scuri nonostante i suoi 52 anni ma con una stempiatura più ampia.