Fortezza Europa, ora si contano i morti
In Europa gli organi preposti al controllo e alla difesa delle frontiere sono molteplici. Tuttavia, non vi sono istituzioni che svolgano con la stessa brutale efficienza un censimento delle vittime di questa strage inarrestabile, il cui bilancio è paragonabile per entità e drammaticità a quello di una vera e propria guerra.
The Migrants files è il risultato del lungo lavoro investigativo di un gruppo composto da dieci giornalisti appartenenti a nove testate di sei diversi Paesi europei che, grazie al finanziamento dell’ European Cross-border Grant Programme e di JournalismFund.eu, hanno realizzato il più vasto monitoraggio a livello continentale sul tema.
Secondo i dati diffusi – circoscritti ad una finestra temporale che va dal 2000 al 2013 – , nel tentativo di valicare le frontiere europee, via mare e via terra, sarebbero morti oltre 23 mila migranti: il cinquanta per cento in più di quello che rivelavano finora le stime esistenti.
Si tratta del risultato di una delicata operazione di raccolta e confronto di dati: prima quelli raccolti in prima persona da Gabriele Del Grande dell’osservatorio Fortress Europe durante i suoi viaggi nel Mediterraneo; poi quelli segnalati da UNITED for Intercultural Action – NGO che coordina ben 500 organizzazioni europee che si occupano di rifugiati e migranti; infine quelli censiti nell’ambito del progetto PULS, un osservatorio sull’informazione promosso dall’Università di Helsinki.
Messe a confronto con le lacune informative finora esistenti, le stime ottenute da questo team internazionale di giornalisti attraverso mappature, scrupolosi riscontri e controlli incrociati, fanno rabbrividire . L’obiettivo è quello di arrivare ad una banca dati unica del fenomeno che ne racconti la reale portata.
Si tratta quindi di un lavoro delicato che certo non si esaurisce con la recente pubblicazione, ma merita di essere compreso, diffuso, utilizzato e considerato come uno strumento investigativo in continua evoluzione. Il lavoro di questo tipo di giornalismo si scontra anzitutto con la difficoltà di reperire stime governative ufficiali: alcuni eventi appaiono ancora duplicati nelle banche dati, alcune fonti sono andate perdute nel tempo, talvolta addirittura le coordinate precise dei naufragi non sono disponibili e si procede per approssimazione al raggruppamento nelle località più vicine. Molte vittime, poi, non vengono mai registrate. Basti pensare per esempio al caso degli Eritrei morti a Lampedusa il 3 ottobre: funerali di Stato, celebrazioni, buoni propositi umanitari, eppure le salme non sono ancora state rimpatriate, poiché manca ancora il riscontro del DNA necessario l’identificazione.
Dataninja.it, il portale di datajournalism coordinato da Andrea Nelson Mauro e Alessio Cimarelli – firme italiane di The Migrant files -, racconta la genesi dell’inchiesta, il progetto europeo e la metodologia di analisi, fornendo una selezione aggiornata della rassegna stampa internazionale sull’argomento. Il database ufficiale aggiornato si trova sulla piattaforma detective.io.