iSmartKeeper l’app dei professori

L’eterna lotta tra i professori e i cellulari in aula potrebbe stare per finire, in favore dei primi. Il problema dell’utilizzo del telefono durante le ore di lezione, da sempre ha creato diversi contrasti, ma ora proprio i moderni smartphone potrebbero rivelarsi i nemici di se stessi, grazie a un’applicazione.

La brutta notizia per gli studenti di tutto il mondo si chiama iSmartKeeper, per adesso è disponibile solo in Corea del Sud, anche perché è ancora in fase di sperimentazione, infatti è stata testata per adesso in undici scuole di Seul. Gli smartphone sono molto utili, ma sono anche una grande distrazione, soprattutto a scuola. Questa applicazione permette, quindi, di bloccare il dispositivo dell’alunno in modo da non poter entrare su Facebook, Twitter o di usare Whatsapp, rimarranno attive solo le chiamate di emergenza e i messaggi vocali. Precisamente iSmartKeeper è composta da due parti: un’applicazione che deve essere scaricata direttamente nel cellulare dello studente e un programma desktop ad esclusivo uso del professore. Una volta installato il tutto, il docente potrà bloccare alcune delle funzioni dello smartphone come, appunto, limitare l’uso di internet, fare in modo che gli alunni possano solo ricevere chiamate o messaggi, naturalmente si bloccheranno le chat durante i compiti in classe. Sempre il professore avrà la possibilità di sbloccare una sola delle app presenti sullo smartphone dell’alunno, quella che magari in quel momento può essere utile.

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Tutte queste attività potranno essere programmate a seconda di diverse fasce orarie e in più grazie ad un sistema di GPS geofencing, lo smartphone si bloccherà appena si arriva a scuola e si sbloccherà quando si esce. Gli studenti non potranno eliminarla dal dispositivo, perché se ci si prova arriva un avviso direttamente al professore. I creatori di questa app hanno pensato proprio a tutto, infatti è stato inserito una specie di parental control con cui gli stessi genitori potranno bloccare alcune funzioni dello smartphone. L’idea di questa applicazione è nata dopo che la locale agenzia coreana della Società Nazionale dell’informazione ha rivelato che gli adolescenti passano sette o otto ore al giorno sul proprio smartphone.
Naturalmente, essendo ancora in fase di sperimentazione, si sono riscontrati diversi problemi. Infatti il sistema di GPS in alcuni casi non ha funzionato molto bene ed il dispositivo è rimasto bloccato anche una volta usciti da scuola. Alcuni studenti, poi, hanno intuito come aggirare le restrizioni causate dall’applicazione, effettuando il rooting del proprio smartphone. Infine, non tutti i professori si trovano d’accordo con questo sistema, perché ritengono si tratti di violazione della privacy degli studenti.

Fonte: Skuola.net, blog Download.html.it

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