Altri 15 giorni di reclusione per Zaki, ma gli affari con l’Egitto vanno avanti.
Rinnovata di 15 giorni la detenzione per Patrick Zaki, a comunicarlo è la sua legale, Hoda Nasrallah, all’Ansa.
Lo studente dell’università di Bologna è in carcere da quasi un anno in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva su Internet. La precedente sentenza del tribunale egiziano aveva rinnovato di 45 giorni la custodia cautelare di Patrick , l’ultima udienza si è svolta domenica, ma la sentenza è stata comunicata tre giorni dopo. La custodia cautelare in Egitto può durare due anni e per le accuse a suo carico, basate su alcuni post di un account Facebook che i legali di Zaki considerano falsi, Patrick rischia fino a 25 anni di carcere.
“Le carceri egiziane sono stracolme di oppositori tenuti prigionieri con questo sistema. La detenzione preventiva dovrebbe servire ad evitare un inquinamento delle prove. Invece in Egitto – così come in altri Paesi – viene usata come punizione. Molti miei amici sono in prigione, come Patrick, senza essere stati messi sotto processo. Inoltre è “prassi” che la detenzione preventiva venga rinnovata per due anni e scaduto questo termine la persecuzione ricominci da capo senza che il prigioniero venga mai processato. Dunque è difficile dare una lettura perché non c’è nulla di razionale in tutto ciò. […]Al Sisi usa il suo caso e quello di molti altri per mandare un messaggio al mondo e all’Europa. Sta dicendo: “io faccio quello che voglio, non mi curo di voi e delle vostre minacce”. Dunque è difficile pensare che cambierà linea. Ma sono sicuro che Zaki uscirà dal carcere. Ed è nostro dovere continuare a sperare“, ha detto a Repubblica Al Aswani.
Lo scrittore egiziano, autore di Palazzo Yacoubian –tradotto in 35 lingue con più di un milione di copie vendute nel mondo– e Sono corso verso il Nilo – la cui distribuzione è stata vietata in Egitto- che è stato processato lo scorso anno in un tribunale militare con l’accusa di aver insultato il presidente Abdel Fattah al Sisi, le forze armate e le istituzioni giudiziarie con un editoriale nella versione in arabo del sito Deutsche Welle. Nell’editoriale del 13 marzo del 2019 al-Aswani aveva criticato dei progetti infrastrutturali promossi da al Sisi e la nomina di militari in incarichi normalmente ricoperti da civili.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, incita l’Italia a non spegnere i riflettori sul caso Zaki: “C’è da augurarsi che le vicende politiche interne italiane non facciano sì che venga abbandonata l’attenzione nei confronti di Patrick che ha bisogno di un intervento, anche italiano, che ponga fine a questa dolorosa e inaccettabile situazione“. Nonostante il caso Regeni ed il caso Zaki gli affari con l’Egitto non sembrano rallentare: Leonardo S.p.A., azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, ha consegnato cinque elicotteri all’Egitto. Si tratta della seconda consegna di forniture militari all’Egitto da parte delle industrie italiane, infatti lo scorso 23 dicembre Fincantieriagli ha consegnati agli ufficiali della Marina Militare dell’Egitto, presso i cantieri del Muggiano a La Spezia, la fregata Fremm Spartaco Schergat, ribattezzata “Al-Galala”.
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