Rinnovata di 45 giorni la custodia cautelare per Patrick Zaki
Rinnovata di altri 45 giorni la custodia cautelare presso il carcere del Cairo di Patrick Zaki, studente egiziano dell’Università di Bologna accusato di propaganda sovversiva. A riferirlo è una sua legale, Hoda Nasrallah, in seguito all’udienza che si è svolta ieri al Cairo.
La decisione del tribunale egiziano ha scaturito la reazione di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Siamo di fronte a un vero e proprio accanimento giudiziario da parte dell’Egitto nei confronti di Patrick. Questi nove mesi e mezzo trascorsi che diventeranno ormai 11 con questo rinnovo di detenzione preventiva, chiamano in causa l’inerzia dell’Italia, l’assenza di un’azione forte. Mi chiedo cos’altro ci voglia dopo il rinnovo della detenzione di Patrick e tre arresti di fila dei dirigenti della sua organizzazione per i diritti umani (Eipr, ndr) per un’azione diplomatica molto forte nei confronti dell’Egitto”. Ieri – prosegue Noury – aveva detto in udienza che il suo Paese dovrebbe essere orgoglioso di aver un’eccellenza così ricca, così bella, all’estero in un master prestigiosissimo come quello dell’università di Bologna. Evidentemente all’Egitto questo non importa, le eccellenze le lascia in carcere“.
Patrick Zaki è un giovane studente ricercatore di 27 anni dell’Università di Bologna che dal 7 febbraio però è detenuto in Egitto. Il sette febbraio scorso Patrick era di ritorno nel suo paese natale per far visita ai genitori, ma è stato arrestato appena atterrato all’aeroporto del Cairo, trattenuto per ore, interrogato, torturato ed infine accusato.
Il motivo del suo arresto risiede esclusivamente nelle opinioni politiche espresse sui social e nel suo impegno per difendere i diritti umani. Patrik infatti lavora per l’Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR), come ricercatore sui diritti umani e di genere. I capi d’imputazione sono “diffusione di false notizie che disturbano l’ordine sociale, incitamento a proteste per minare l’autorità e incitamento alla destituzione del governo”.
Che non sia un altro Giulio Regeni.
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