Adolescenti e pandemia: come il covid-19 sta rubando l’adolescenza ai ragazzi

La pandemia globale in atto ci ha costretti a rimodulare ogni nostro gesto: da quelli più comuni che compongono la nostra vita quotidiana, a gesti antichi che vengono tramandanti da secoli che continuano a tessere le fila di tradizioni meravigliose come il dia de los muertos di cui abbiamo recentemente parlato. Abbiamo visto come questa festività abbia avuto dei connotati ed un sapore diverso quest’anno a causa del covid-19: alle nuove generazioni che hanno vissuto il dia de los muertos quest’anno non si è prospettata davanti la classica festa allegra e gioiosa che faceva riunire tutti -vivi e morti compresi-. Ma non bisogna andare oltreoceano per vedere l’impatto che la pandemia globale ha avuto sui più giovani, infatti proprio loro sono la categoria più penalizzata dallo stare a casa e sopratutto dal distanziamento. 

In particolare gli adolescenti subiscono una privazione non da poco: la quotidianità con i propri coetanei, l’impossibilità di fare le loro esperienze restando confinati nello spazio familiare. Bisogno della propria privacy, noia, mancanza di stimoli, ansia, paura o negazione del pericolo e rabbia. Ma per capire meglio come la pandemia ed il distanziamento incidano sugli adolescenti abbiamo chiamato in causa la Dott.ssa Elisabetta Paoletti Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale.

4L’adolescenza è da sempre riconosciuta come una fase della vita complessa, in quanto caratterizzata da una presa di distanza dal contesto familiare verso il mondo esterno. Ogni fase di vita ha dei compiti evolutivi specifici da affrontare, fondamentali per le fasi successive. Nell’adolescenza si da un forte impulso a quello che si definisce come processo di separazione-individuazione, ovvero il percorso di crescita personale attraverso il quale il bambino, ragazzo poi, riconosce di avere delle proprie caratteristiche personali diverse da quelle familiari, fino a costituire un Sé autonomo e separato. Si passa da un iniziale e totale identificazione con le figure e i valori familiari, tipica dell’età infantile, ad un rifiuto totale di essi nel periodo adolescenziale, fino ad arrivare all’età adulta all’interno della quale l’individuo costituisce un Sé caratterizzato dall’unione  di quanto ereditato dall’esperienza familiare e da quanto appreso nell’esperienza personale. Il compito evolutivo principale dell’adolescente è quello dell’esplorazione ovvero andare nel mondo, fare esperienze, sperimentarsi  nelle relazioni al di fuori di quelle familiari. È proprio in questo periodo che si costituiscono le prime vere amicizie che assumono un valore profondo e assoluto per i ragazzi. Le relazioni amicali in questa fase di crescita diventano il punto di riferimento sostitutivo alla famiglia perché all’interno di queste relazioni si sentono accettati, riconosciuti. Sperimentano la condivisione emotiva e esercitano le capacità di riflessione legate alla comparsa del pensiero astratto.  Altro aspetto fondamentale dell’adolescente riguarda lo sviluppo sessuale che caratterizza tutta una serie di comportamenti esplorativi  e un nuovo rapporto con il proprio corpo che diventa ora simile a quello adulto e che “necessita” di una privacy. Detto ciò risulta abbastanza intuitivo quanto il periodo legato alla pandemia globale abbia bloccato completamente tutte le possibilità dei ragazzi di sperimentarsi. La conseguenza di tutto ciò è vedere i ragazzi molto annoiati poiché loro sono predisposti al “fare” all’ “azione” ed invece sono costretti a inibire queste necessità. Un rischio a lungo termine potrebbe essere legato all’insorgenza di stati tendenti alla depressione proprio perché c’è una frustrazione continua dei bisogni e delle esigenze descritte che in questo periodo non possono essere soddisfatti. Altra conseguenza importante potrebbe essere legata allo sviluppo di stati ansiosi, in quanto i ragazzi potrebbero strutturare una convinzione di un mondo pericoloso e di sfiducia verso l’altro che potrebbe bloccare anche in futuro  2l’esplorazione e portare ad una modalità di rapporto con l’esterno fortemente inibita e tendente all’isolamento. Per definizione l’adolescente sottovaluta i pericoli e questo costante clima di paura potrebbe essere percepito in maniera disfunzionale. È  invece importante spiegare ai ragazzi che la paura e l’ansia sono reazioni normali e servono per comprendere e provare ad evitare i pericoli. Ad oggi sono stati fatti dei piccoli studi che hanno messo in evidenza che i ragazzi hanno avuto buone capacità di adattamento alla situazione attuale, ma non sappiamo nel lungo termine quali possano essere gli effetti. Inoltre l’utilizzo smodato dei social, che fino a poco tempo fa era demonizzato dai più, in questo momento potrebbe esser un fattore protettivo poiché costituisce l’unico surrogato delle relazioni vis a vis con i pari e consente quindi ai ragazzi di mantenere un contatto con le proprie amicizie. In sintesi è importante accogliere paura, ansia, rabbia e tristezza degli adolescenti perché è inevitabilmente la categoria che alla fine di questa pandemia avrà subito più conseguenze. È stata tolta loro la possibilità di dare il primo bacio, di vivere serenamente il primo giorno di scuola, di scherzare a ricreazione e anche di trasgredire le regole.”

Durante l’adolescenza il futuro lo si vede come qualcosa di lontano e incerto, ma in questo momento storico il futuro di tutti è incerto. Possiamo solo muovere i nostri passi con cautela per cercare il lieto fine. Non demonizziamo le regole infrante dai ragazzi, la digitalizzazione delle relazioni sociali e la voglia di chiudersi in uno spazio tutto loro: aiutiamoli a ritrovare un pò di adolescenza e non dimentichiamoci che i giovani di oggi sono la generazione che tra poco guiderà il paese, ora noi non smettiamo di guidare loro, anche in un momento di incertezza come questo.

 

Tutti i diritti delle foto sono riservati a Cristina Cosmano

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