Il futuro dei viaggi. Turismo e vacanze dopo il Coronavirus
Nuove mete, turismo interno, nuove priorità: ecco come cambierà il modo di viaggiare nel post pandemia. Sperando che tutto vada bene
Il turismo, si ripete spesso, è “il petrolio italiano”. Un settore che sta tentando di ripartire, e che oltre a contare i danni post pandemia si interroga su quali scenari lo attendono, con l’obiettivo di reagire, adattandosi, alla “nuova normalità”. E magari, oltre a limitare i danni, provare a coglierne le opportunità -ammesso che ce ne siano.
Per questo abbiamo esteso lo sguardo a quello che avviene oltreoceano, che spesso anticipa e indirizza le tendenze socioculturali occidentali, confrontandolo con i trend di casa nostra.
Viaggi USA: meno folla, più distanza, senza volto
Il New York Times ha condotto un’inchiesta dal titolo “Il futuro del viaggio. Come l’industria cambierà dopo la pandemia” in cui ha posto 14 domande a esperti del settore – accademici, operatori turistici, architetti.
Il quadro che emerge è quello di una domanda turistica in fuga non solo dalle mete più affollate, ma anche da modalità di massa, laddove i grandi numeri sono sempre più sinonimo di assembramento, di stress psicologico e di paura di contagio. Privacy, igiene e sicurezza sono destinati ad avere sempre più importanza; e i costi presto saliranno.
In concreto, questo significherà non solo meno crociere, visto che in una nave arrivano a convivere anche 5000 persone – imprigionate a bordo, in caso di contagio – ma anche meno hotel e strutture con parti comuni come hall, bar, piscina, corridoi e ascensori. A guadagnarci potrebbero essere le piattaforme per l’affitto di case indipendenti, che dovranno però assicurare nuove garanzie su standard di pulizia più elevati, tempi di attesa maggiori tra un ospite e l’altro, rimborsi in caso di annullamento. Se vorranno sopravvivere, le grandi catene alberghiere dovranno specializzarsi in servizi touch-less, pulizie robotizzate, assenza di scambio e incontro: una specie di ospitalità senza volto. O quanto meno, un volto molto più freddo.
I viaggi di gruppo vedranno un numero di partecipanti molto più contenuto, privilegeranno viaggi on-the-road e mete che garantiscano spazi ampi, aperti e poco affollati come Galapagos, Mongolia, Tibet. L’assicurazione di viaggio non sarà più un punto su cui ‘flaggare’ distrattamente al momento della prenotazione, ma dovrà specificare e garantire se include la copertura da pandemia, soprattutto per paesi dal sistema sanitario poco sviluppato. Costando di più, ovviamente.
Caro mi costa
E proprio l’aumento dei costi peserà in modo particolare sulle famiglie, diminuendo la durata media delle vacanze. Costeranno infatti i nuovi servizi, le continue sanificazioni, costerà lo spazio necessario a contenere persone più distanziate. E costeranno di più anche i viaggi aerei: dopo una prima fase di prezzi ribassati per invogliare alla ripresa, le compagnie tenteranno di trattenere e fidelizzare i frequent flyers, ma scaricheranno su tutti gli altri viaggiatori i costi economici del minor numero di passeggeri, dei controlli fantascientifici, di aerei più piccoli. E quelli psicologici: l’atmosfera certo non sarà più quella allegra e sguaiata dei voli low cost, quelli in cui l’aereo atterrava e la gente applaudiva.
Turismo outdoor
Le mete destinate al maggior incremento sono quelle nazionali, e decisamente outdoor: il turismo Usa punta molto sui parchi nazionali, che già salvarono il settore dopo l’11 settembre, e che sembra abbiano un buon margine di capienza: nel 2019, la metà dei visitatori si distribuiva su 27 aree protette, ma il sistema dei parchi Usa ne conta ben 419. In cui si pensa di istituire, se necessario, anche sentieri e passerelle a senso unico.
E da noi?
Per capire se i trend evidenziati in Usa troveranno riscontro in Italia, dove viaggi e turismo rappresentano il 13% del Pil nazionale, anche noi abbiamo posto alcune domande a operatori del settore. In un quadro generale che prevede un crollo delle presenze del 34% rispetto al 2019, è possibile intravvedere qualche spiraglio? L’abbiamo chiesto a Federica, titolare di un’agenzia di viaggi romana.
Qual è il sentiment di questi primi giorni di ripresa delle attività?
“Credevo peggio, tutto sommato. Grazie ai social, in tre giorni abbiamo ricevuto più di 150 richieste di prenotazione, tutte per l’affitto di case, con giardino e piscina private. Durante il lockdown, qualcuno aveva anche pensato di poter fuggire dalla città e passarci la quarantena, potendo lavorare da remoto”.
Siete preoccupati per il possibile aumento dei prezzi?
“Credo che il bonus vacanze aiuterà a contenere i costi. E poi, il viaggio non è un bene di prima necessità: se qualcuno aumenterà i prezzi, la clientela deciderà semplicemente di rimandare il viaggio al prossimo anno: sarebbe una scelta suicida per gli operatori” (il Bonus vacanze governativo da 500 euro, ricordiamo, è accessibile solo tramite agenzia o tour operator).
Ci sono formule destinate a un maggior successo, data la situazione post pandemia?
“Oltre alle case in affitto, sono molto richiesti anche i viaggi in barca. Bene anche i villaggi, perché offrono maggiori garanzie su igiene e sanificazione e, mantenendosi al di sotto della capacità ricettiva, minor affollamento; ma anche il turismo naturalistico. Male i viaggi di gruppo e le mete lontane: se vado in Perù e qualcosa va storto, rischio di doverci restare in quarantena. Si cerca, insomma, di ridurre l’incertezza”.
È il momento delle cose sicure…
“Assolutamente. La clientela vuole restare in Italia, possibilmente spostandosi con la propria macchina. Non fa programmi a lunga scadenza, non si lancia in nuove avventure, tende a restare in famiglia o tra famiglie. Non è il momento di sperimentare nuove formule, c’è ancora la paura di un contagio di ritorno. Interessante la novità di bici e monopattini elettrici: questo potrebbe dare una spinta al turismo in città, con nuove formule di visita. Certo, c’è sempre il problema dei gruppi e del distanziamento sociale.”
Dove andremo in vacanza questa estate, dunque?
“Io consiglierei la Puglia, ad esempio: abbastanza vicina da poterci andare con mezzi propri, e in caso di necessità rientrare rapidamente. In una casa al mare, o in un villaggio tranquillo. Ma bisogna affrettarsi: saranno in molti ad avere la stessa idea. E poi, per chi prenota entro maggio, molte agenzie offrono uno sconto interessante”.
A quanto pare la Mongolia, per ora, può attendere.