Si è spento Ezio Bosso: il pianista dal sorriso contagioso
“La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare”
Ezio Bosso, 2016.
Lutto nel mondo artistico: all’età di 48 anni si è spento Ezio Bosso, il compositore, pianista e direttore d’orchestra che da anni soffriva di una malattia degenerativa.
Nel 2011 venne operato per una grave neoplasia e dopo gli venne diagnosticata una malattia neurodegenerativa che lo fece finire sulla sedia a rotelle. Il degenerare della patologia che lo aveva colpito incideva sui motoneuroni, i neuroni che si trovano all’interno del sistema nervoso centrale e che trasportano il segnale all’esterno per controllare direttamente o indirettamente i muscoli ed il loro movimento. Lo scorso settembre aveva dovuto dire addio al pianoforte, le sue mani non rispondevano più bene, e i dolori alle dita non erano più tollerabili. Nonostante tutto Ezio ha continuato a lavorare con la sua orchestra, la Europe Philharmonic, dirigendo diverse serate dall’enorme successo. Sulla pedana del direttore d’orchestra la malattia di Bosso sembrava scomparire, le sue energie convogliavano nella bacchetta e dirigeva l’orchestra non solo in maniera magistrale, ma con un’energia invidiabile che solo chi ama veramente la musica riesce a tirare fuori.
La storia di Ezio Bosso con la musica inizia quando lui aveva solo quattro anni, grazie a una prozia pianista e al fratello musicista: da quel momento in poi non si sono più lasciati. A soli 16 anni esordisce come solista in Francia e inizia a girare varie orchestre europee. Ludwig Streicher, contrabbassista dei Wiener Philharmonic, capisce subito il suo talento, così lo indirizza all’Accademia di Vienna dove Bosso studia composizione, contrabbasso e direzione d’orchestra. La sua carriera decolla: partecipa a numerosi concerti internazionali, tiene corsi in continenti diversi e accompagna con le sue composizioni importanti istituzioni operistiche come il New York City Ballet.
Il 10 febbraio del 2016 Bosso ha incantato il pubblico di Sanremo, suonando il pianoforte, ma anche parlando. Quattordici milioni di persone sono rimaste incollate allo schermo mentre Bosso parlava di pregiudizi, libertà, inizio, fine e vita. Ezio bosso non aveva solo un’attitudine per la musica grazia alla quale raccontava molto senza parlare, non si limitava ad impugnare la bacchetta per animare orchestre intere, aveva un attitudine alla vita ed era riuscito ad impugnarla, nonostante le numerose difficoltà che questa gli aveva presentato. Come asseriva lui stesso “viveva vivendo”.
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