Storia di una partita di Kokpar raccontata dai Kokparbrothers
Un campo, due squadroni a cavallo, una carcassa di capra e la lotta per conquistarla: non è lo scenario di un film splatter ma la storia di una tradizione antica quanto la storia di una dinastia, il kokpar.
Immaginate di trovarvi in un campo abbastanza esteso, uno di quei posti dove il cemento ed i mattoni tanto cari all’industrializzazione ancora non sono arrivati, immaginate di vedere due squadre di persone in sella ai loro rispettivi cavalli, ora immaginate anche la carcassa di una capra utilizzata un pò come una palla da football: il mezzo da conquistare per fare meta. Ok, state immaginando una partita di kokpar (chiamato anche Buzkashi), sport equestre tradizionale dell’Asia centrale risalente all’epoca di Genghiz Khān, solo che all’epoca del sovrano mongolo al posto della carcassa di una capra venivano utilizzati i prigionieri.
Questo sport è una di quelle questioni che divide le persone in due gruppi: quelli che ne colgono il fascino storico-culturale e quelli che restano interdetti ed anche un pò schifati dalla violenza di tale pratica. Già, perché il Kokpar è violento, questo è ineluttabile: le regole sono praticamente inesistenti, è possibile colpire il proprio avversario, spingersi causando eventuali cadute da cavallo, strattonarsi, per non parlare della pericolosità e dell’abilità necessaria per cavalcare in mezzo ad un campo
pieno di avversari pronti a disarcionanti. Ferite e cadute fanno parte del gioco, resta il fatto che la valenza storica del Kokpar lo rende una pratica degna di nota e gli omologhi Kokparbrothers lo hanno documentato.
Cristina Cosmano e Fabrizio Finochietti sono partiti il 21 luglio per il Mongol Rally 2019, dopo aver attraversato Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia, Ungheria, Bulgaria, Grecia, Turchia, Georgia, Armenia, Iran,Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kazakistan, sono giunti miracolosamente a bordo della loro 500 in Kirghizistan, per rendere onore dal nome del loro team ed assistere ad una partita di Kokpar.
La storia del Kokpar
La parola Kokpar o Buzkashi significa letteralmente acchiappa la capra, si tratta di un antico sport equestre tradizionale dell’Asia centrale, sport nazionale dell’Afghanistan e del Kazakistan, praticato in misura minore anche negli Stati Uniti. Il Kopkar è un gioco antico, le sue origini non sono documentate, ma quasi certamente è nato nel bacino del fiume Amo Darya, il più lungo dell’Asia centrale, che separa gli attuali Uzbekistan e Turkmenistan e risale al tempo di Gengis Khan. A quel tempo gli invasori mongoli del condottiero depredavano i villaggi afferrando capre e pecore mentre erano in sella ai loro cavalli, le vittime dei saccheggi avrebbero poi cercato di recuperare il loro bestiame allo stesso modo: cavalcando attraverso gli accampamenti mongoli di corsa. La conquista degli ovini avveniva cavalcando velocemente; questo scenario sarebbe poi stato riprodotto per gioco, facendo così nascere il Kopkar. All’epoca oltre il bestiame ci si contendevano anche i prigionieri in questa maniera: le persone catturate in battaglia venivano poste in mezzo ad uno spazio piuttosto vasto, il cavaliere che riusciva ad afferrarlo dopo una sfrenata corsa a cavallo si aggiudicava il possesso del prigioniero.