Viaggio nei Paesi Bassi, così estremi e così normali

Paesi molto Bassi

Li chiamano Paesi Bassi perché sono piatti, ma soprattutto perché lì la gente abita sotto il livello del mare. Se gli olandesi non vanno sott’acqua (come successe in modo grave ancora nel 1953, mezzo milione di persone rimaste senza casa) non è solo perché hanno i mulini a vento a fare da idrovore; è che dispongono di una titanica ingegneria idraulica e di un sistema di controllo tra i più avanzati al mondo.

Paesi BassiGli olandesi quindi esistono se tengono le loro dighe, e nei secoli hanno dovuto per questo unirsi, collaborare e combattere duramente. La terra su cui stare non era molta e se non strappavano terre al mare (i polder) si mettevano direttamente in acqua, a navigare. Questo ha creato una nazione dal carattere assai interessante: storicamente aperta, solidale e tollerante, anche se oggi nemmeno l’Olanda è stata risparmiata dalla retorica sovranista. E qua e là aleggia sempre lo spirito calvinista, intransigente e attento alle regole -non andate mai a trovare un olandese senza preavviso, è cordiale ed ospitale ma non è tipo da sorprese.

Paesi BassiA chiamarla Olanda, che era solo una delle antiche Sette Province Unite, gli altri olandesi (che in realtà si chiamerebbero neerlandesi) a volte si arrabbiano; ma Houtland, paese del legno, poi diventato Holland, rimanda al legno delle navi, delle palizzate, delle chiuse a cui l’Olanda deve la sua vita e la sua fortuna. Nel Seicento, per esempio, la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali fondò Nieuw Amsterdam, in America; poi se la presero gli inglesi, di prepotenza, e le cambiarono nome. Ma ancora oggi quella città parla un po’ di neerlandese: Haarlem, Stuyvesant, Wolstraat, diventata nientemeno che Wall Street. Sì, c’è ancora un sacco di Olanda a New York, e non solo nei toponimi: come nelle antiche case di Red Hook (Rode Hoek), a Brooklyn.

Amsterdam, oltre i luoghi comuni

Amsterdam, per come viene generalmente visitata, è divenuta una specie di luogo comune del turismo globalizzato, quello che cerca un po’ di canne, un po’ di Van Gogh e un po’ di patatine fritte con la maionese al posto del ketchup (cit.), si aspetta signorine dietro le vetrine, naturalmente i canali, i più sensibili Anna Frank.

ArchitektuurMa Amsterdam è molto di più. E’ le sontuose case barocche del Secolo d’Oro sul canale Herengracht e il movimento dei krakers, gli squatter che occupano in accordo con un apposito ufficio comunale, creando centri di arte e controcultura che tirano su i valori immobiliari; è un certo modo di essere cosmopoliti e un po’ svitati senza ostentarlo (l’atmosfera del Vondelpark ricorda i parchi di Berlino o Londra), liberali e tolleranti da sempre: quando voi ancora facevate il rosario, noi eravamo già punk, sembrano dire i ragazzi, ma anche i sessantenni col codino del Jordaan, il quartiere più ribelle e cool della città. Ma già negli anni venti nei pressi del Jordaan gli architetti funzionalisti della Scuola di Amsterdam sperimentavano forme e aggregazioni residenziali innovative, dove ancora oggi la gente ama vivere, con le case a forma di nave e tanto verde, dove bambini olandesi di tutti i colori viaggiano nei carretti di legno attaccati alle bici dei genitori.De Schip

Una città la cui stravagante vivacità è vissuta con grande naturalezza, che per capire devi un po’ cercare, uscendo dalla fila dei turisti diretti al quartiere a luci rosse o al Prostitution Information Centre (che si trova proprio davanti alla Oude Kerk, la chiesa vecchia, dedicata a Santa Klaus). Potete anche cercare il mercato dei fiori galleggiante, il Bloemenmarkt, pensando alla prima bolla speculativa della storia, la secentesca febbre del tulipano nero che ridusse tanti ricchi mercanti sul lastrico – quelli che si facevano ritrarre con la parrucca da Rembrandt e da Vermeer, che potete vedere al Rijksmuseum.

Case storteE potete visitare il museo del calcio olandese, l’Oranje Voetbal Museum, il Seksmuseum, il Bijbelmuseum, il Houseboatmuseum o il Frietmuseum: musei sul sesso, sulla bibbia, sulle patate fritte, musei eccentrici su qualsiasi cosa.

Ma l’Olanda non è solo Amsterdam; anzi, forse la capisci meglio altrove, senza tutta quella folla.

 

Destinazione, Olanda e oltre

Non a Rotterdam, primo porto d’Europa (e fino al 2004, prima dei cinesi, porto più grande del mondo), che venne totalmente rasa al suolo nella seconda guerra e che oggi somiglia un po’ a un enorme luna park della contemporaneità: lì lo spirito dinamico e pragmatico del neerlandese, libero dai condizionamenti della Storia, diventa davvero strabordante.

AlkmaarA Delft invece la Storia se la comanda e sui canali aleggia la luce di Vermeer, luminosa e pulviscolare: vi ci potete immergere, oltre che visitando il Vermeercentrum, noleggiando un kayak. Fa uno strano effetto visitare la splendida Haarlem e cercare nella piazza del mercato, o nel trecentesco municipio, quello che spinse la Compagnia delle Indie Occidentali a dare lo stesso nome a un villaggio fondato sull’Hudson. E a proposito di storia, imperdibile è il mercato del formaggio di Alkmaar, dove le variopinte corporazioni dei formaggiai d’estate ritualizzano l’assaggio, la pesa, la compravendita e il trasporto delle forme di Edam, Gouda, Leida kaas secondo modalità che originano al XVII secolo (ovviamente c’è anche il Kaasmuseum).

UtrechtMa il vero trionfo della storia, dell’eleganza, della bellezza e del dutch way of life , sereno e rilassato, si trova probabilmente a Utrecht, una delle città più antiche d’Olanda: i canali (anche qui potete girarli su qualche natante) sono alberati e bordati di banchine su cui abbondano locali, caffè, ristoranti, gallerie d’arte, gente che suona, studenti universitari che a fine agosto fanno allegre e rumorose feste per convincere le matricole a iscriversi alla loro facoltà. E devono per questo essere molto accoglienti: il contrario del nonnismo.

Natura e artificio. Comunque estremi

Eriche e fariQuando tutto questo vi avrà soddisfatto, andate a scoprire la dimensione estrema della natura olandese (se si può chiamare natura, visto che nei Paesi Bassi quasi tutto è artificiale, modellato dalla mano dell’uomo): fare il mudwalking nelle solitarie isole frisone (Terschelling è forse la più suggestiva), pedalare in mezzo al mare lungo la imponente Asluitdijk, la diga che tiene Amsterdam e Rotterdam fuori dall’acqua, partecipare alla pesca dei gamberetti nel Mare del Nord (e mangiarli) salendo su un peschereccio a Den Helder, andare alla scoperta del Progetto Delta, poderosa operazione di messa in sicurezza delle foci di Reno, Mosa e Scheda, in una regione chiamata Zelanda –anche questo angolo di Olanda sarebbe arrivato molto lontano, fino in Oceania.

 

Insomma, se decidete di andare a visitare i Paesi Bassi, andate oltre Amsterdam e le battute di Vincent Vega in Pulp Fiction. C’è moltissimo da scoprire in questa piccola nazione, divertente e bizzarra, ma anche più seria e regolamentata di quanto a prima vista potrebbe sembrare.

Intanto le dighe, ogni giorno, continuano a fare il loro silenzioso e duro lavoro.

Sabbia

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