Manuale del bravo camminatore

“Quest’anno vorrei fare il Cammino di Santiago”.

Forse l’avrete detto anche voi, almeno una volta. Magari siete stufi delle solite vacanze stanziali; magari vi siete lasciati, siete stati licenziati o siete alla ricerca di svolte, di nuove ispirazioni; o forse avete sentito dire che lì si rimorchia e si spende poco.

In effetti, Cammino o Francigena non sono esattamente come Ibiza o Sharm e valutare con attenzione la più antica e metaforica opportunità di incontro con sé stessi, con la natura e con gli altri -quella del viaggio a piedi– è già un viaggio di per sè.

Viaggiare a piediIntanto, si tratta di andar lenti –in media 24 km al giorno, circa 6-7 ore di cammino– lasciando che il ritmo delle percezioni, dei sensi e dei pensieri sia dettato dai piedi. Invertire cioè la gerarchia tra mente e corpo, lasciar condurre i bisogni primari: stanchezza, fame, sete, sonno. La mente stavolta segue. Siccome siamo abituati al contrario –lo stress è proprio una forma di sofferenza della mente trasmessa al fisico- se il viaggio avrà una certa durata, diciamo almeno una settimana, il miracolo avrà luogo, la mente si resetterà, ricomincerete a sognare la notte, a sorridere agli sconosciuti, ad essere troppo stanchi per elucubrare sui vostri problemi e mollerete un po’ di pensieri. Sì, il viaggio lento è una formidabile terapia antistress.

Viaggiare a piedi ma con cosa?

 

 

viaggiare a piedi Poi: quanto siete legati alle comodità. Il viaggio a piedi non è né scomodo né “sporco”, ma è essenziale. Lo zaino non può pesare più del 10% del vostro peso, sennò addio schiena e articolazioni; quindi la sua composizione è già di per sé una sorta di spending review della vostra vita, di ciò che vi è realmente indispensabile per vivere comodi e puliti. Scoprirete che non potete portarvi il vestito elegante per uscire la sera, che per il fono dovrete affidarvi agli ostelli, che avrete tre mutande e tre magliette che laverete a ciclo continuo facendovi la doccia, e alla fine cercherete pure un tubetto di dentifricio già iniziato, perché pesa di meno. Eppure vivrete benissimo.

 

 

Se vi preoccupano ostelli, bagni in comune e dormire con gli sconosciuti, considerate che i cammini sono viaggi esperienziali. Viaggiare a piediUn’atmosfera magica, anche senza motivazioni religiose (solo un camminatore su cinque le dichiara) che ha il suo fascino nella riscoperta della sobrietà, dell’incontro e della condivisione. Fare un cammino e dormire in albergo è come andare in Sardegna e fare il bagno in piscina, andare all’Oktoberfest e giocare a solitario; o salire sul London Eye e poi chiudere gli occhi. Il senso del viaggio sta nel percorso più che nella meta, in ciò che succede durante piuttosto che alla fine. E gli ostelli sono dei formidabili addensatori di ispirazioni, di incontri, di energia umana. Al B&B andateci solo se avete rimorchiato.

 

Insomma, viaggiando a piedi si modificano per un po’ alcune abitudini ossificate, perché un certo metabolismo si risvegli e tutto riprenda a funzionare meglio. Il più delle volte ci si prova gusto e si riscopre il valore di uno stile di vita più sobrio e più umano. Poi si riprenderanno le solite abitudini per tutto il resto dell’anno; ma già qualcosa dentro non sarà più la stessa.

Aspettando di poter tornare a viaggiare. Anzi, a volare.

Viaggiare a piedi

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