Regista arrestato a Roma per abusi durante i provini
Arrestato a Roma il regista Pino Flamini perché abusava delle ragazze durante i provini. “Ti faccio girare un film”. E le violentava.
“Età tra i 18 e i 22 anni, di bellissima presenza e non troppo alte”. Negli annunci pubblicati online si richiedeva categoricamente il rispetto di queste caratteristiche altrimenti, avvertiva il regista, “le candidature verranno cestinate”.
Le giovani aspiranti attrici venivano, così, attirate per un “colloquio conoscitivo”, con la promessa di guadagni milionari, set cinematografici e carriere di successo, nell’Accademia dello Spettacolo di Roma’, realtà gestita dal 69enne, Pino Flamini.
Una volta arrivate nel quartier generale di Flamini, un seminterrato in via Anastasio II, a pochi passi dal Vaticano, per le giovani il copione era sempre lo stesso. “Prego accomodati” diceva loro il ‘Maestro’, come l’uomo era solito definirsi e farsi chiamare. Sedute sul divano, sole, con una telecamera puntata addosso, da lì a poco, le ragazze sarebbero diventate le inconsapevoli protagoniste di un video a luci rosse mascherato da provino.
Decine di video registrati durante i finti casting sono state trovati dagli inquirenti nell’ufficio dell’uomo e confermano il racconto fatto dalle vittime Di fronte ai volti terrorizzati delle ragazze, immortalati nei video, l’uomo le inganna affermando che si tratta solo di “provare una scena di stupro” prevista nel film. Ma, purtroppo, nelle intenzioni del ‘Maestro’ non c’è nessuna finzione e l’orrore è reale. A quel punto qualcuna riesce a scappare, qualche altra subisce, pietrificata, le violenze.
A mettere fine agli abusi che l’uomo ha perpetrato per anni, tra il 2011 e il 2018, è stata la denuncia di due stretti collaboratori del sedicente regista e produttore che alle forze dell’ordine hanno raccontato delle violenze e delle trappole in cui venivano fatte cadere le ragazze.
Ora Pino Flamini, dovrà rispondere della pesante accusa di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di cinque ragazze, di cui tre minorenni all’epoca dei fatti.
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