Il cardinale Pell va in carcere: colpevole di abusi sessuali
Il cardinale Pell, 77enne riconosciuto colpevole di abusi sessuali su due coristi di 13 anni rischia fino a cinquant’anni di carcere.
Il cardinale Pell, principale consigliere finanziario di papa Francesco e ministro dell’Economia vaticano, è stato giudicato colpevole da un tribunale in Australia di abusi sessuali su due ragazzini di 13 anni e rischia fino a 50 anni di carcere.
Avrebbe molestato i due giovani componenti del coro dopo aver servito messa nella cattedrale di San Patrizio a Melbourne nel 1996, quando all’epoca aveva 55 anni. La giuria ha anche dichiarato che Pell si è reso colpevole di aver aggredito in modo indecente uno dei ragazzi in un corridoio più di un mese dopo.
“Una notizia dolorosa, che siamo ben consapevoli ha scioccato moltissime persone non soltanto in Australia, Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane. In nome di questo rispetto, attendiamo ora l’esito del processo d’appello, ricordando che il card. Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all’ultimo grado”, ha dichiarato il direttore della Santa stampa vaticana, Alessandro Gisotti.
La vicenda di Pell non è l’unica che sta scuotendo la Chiesa cattolica. L’arcivescovo di Brisbane e presidente della Conferenza episcopale australiana, Mark Coleridge, è sotto indagine con l’accusa di aver insabbiato casi di pedofilia. Era stato proprio lui a tenere l’omelia della messa conclusiva del summit sugli abusi.
In quell’occasione aveva detto: “Faremo ogni cosa in nostro potere per garantire che gli orrori del passato non si ripetano e che la Chiesa sia un posto sicuro per tutti, una madre amorevole in particolare per i giovani e per le persone vulnerabili; non agiremo da soli ma collaboreremo con tutte le persone coinvolte nel bene dei giovani e delle persone vulnerabili; continueremo ad approfondire la nostra conoscenza sugli abusi e sui suoi effetti, sul perché siano potuti accadere nella Chiesa e su cosa si debba fare per sradicarli. Tutto questo richiederà tempo, ma non possiamo permetterci di fallire”.
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