Whittier, la città- condominio in Alaska

Tra i luoghi più incredibili del mondo c’è Whittier, un piccolo centro abitato, ai piedi della montagna, in Alaska. Qui, tutti i suoi abitanti che sono circa 200, vivono all’interno di un unico e grande condominio, che ospita oltre agli appartamenti anche l’asilo, le scuole elementari e medie, il liceo, un supermercato, una lavanderia, una piccola chiesa metodista, un hotel, un’area giochi con piscina coperta.

Un luogo unico al mondo, bellissimo da vedere e surreale per viverci!

WHITTIER, COME SILENT HILL

Avete mai visto il film “Silent Hill” che tratta di una misteriosa città fantasma nascosta tra i rottami di una vecchia ferrovia e qualche misterioso edificio? A tratti, la città di Whittier può ricordare tutto questo. Qui tutti i suoi abitanti vivono in un unico edificio, il Begich Towers, una caserma dell’esercito costruita nel 1974 durante la Guerra Fredda, circondata da una stazione di polizia, un negozio di alimentari, una clinica, una chiesa, un minimarket e una scuola. Questo edificio civile fu scelto durante la Seconda Guerra Mondiale come luogo strategico per l’esercito americano. Per raggiungere la città-condominio in Alaska si possono percorrere due strade: su una barca oppure attraverso un tunnel, limitato però ad alcune fasce orarie. In questo “strano” edificio i suoi abitanti conducono una vita normale e serena, occupandosi prevalentemente di pesca e turismo, oppure lavorando nei trasporti locali. Qui, tutta la vita scorre tra quattro mura per 15 piani di altezza: non si esce dalla torre quasi mai. Non a caso, scherzosamente, gli abitanti si definiscono “prigionieri di Whittier” perché comunque dopo le 22.30 non si può più andare da nessuna parte!

WHITTIER, TRA REALTA’ E MISTERO

A Whittier le giornate scorrono in modo piuttosto normale: c’è ci va a lavoro, chi a scuola e chi scende ai primi piani a fare la spesa. Le vie sono aperte dalle cinque del mattino e la chiusura di tutte e due le strade d’accesso avviene alle dieci di sera. I traghetti spesso non transitano a causa di mare ghiacciato oppure di tempeste di neve improvvise. All’interno della piccola comunità si conoscono tutti, anche se negli ultimi anni è stato possibile notare “volti nuovi” grazie al boom turistico che ha coinvolto la città. Il palazzo, vissuto come una strada di quartiere, mette in luce eventi insoliti. A quanti di voi per esempio capita di finire le lezioni e incontrare sullo stesso piano la maestra che fa la spesa? Le vite in questo edifico si intrecciano e nessuno si sente solo. Tutti sotto lo stesso tetto, un po’ come “due cuori  e una capanna!”. Ovviamente non mancano anche i problemi, come per esempio afferma la signora Thompson, che gestisce corsi di fitness: “Il nostro tempo è estremamente difficile, e non abbiamo un centro fitness o una palestra se non a scuola. Diventa normale non muoversi”. 

UN SOLO TETTO PER UNA SOLA CITTà

Una domanda però sorge spontanea: perché duecento persone decidono di vivere in un luogo così inospitale e isolato, raggiungibile solo attraverso una galleria a uso misto lunga quattro chilometri, che per giunta la notte rimane chiusa? Perché vivere in un luogo dove piove sei mesi all’anno e nei restanti sei nevica, mentre fuori dalle finestre fischiano venti che soffiano a 130 chilometri orari? Infine, perché decidere di vivere come una comunità isolata? Domande alle quali è difficile trovare una reale risposta. Forse perché la solitudine fa paura e in posti come questi rimanere davvero soli è difficile; forse perché solo qui suonare il campanello del vicino è qualcosa di normale e non di anomalo come lo è d’altronde per il resto del mondo; forse perché è bello crescere ovattati in un unico grande “mondo”, piccolo e protetto; una sorta di reality dove le vite delle persone si intrecciano, ma è la realtà e nulla di finto. Le persone sono felici, soddisfatte e appagate. “Ho amici e vicini di casa, studenti e colleghi che vivono proprio in fondo al corridoio”, ha dichiarato contenta una degli abitanti.

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