Paziente suicida: violenza e panico al Pronto Soccorso
Paziente suicida arrivato in stato di agitazione al Pronto soccorso. I suoi familiari, appresa la notizia, hanno aggredito un’infermiera con un pugno e spaccato vetrate e computer.
Computer distrutti, vetrate rotte, un’infermiera aggredita con un pugno e il pronto soccorso di una città di oltre 50 mila abitanti come Gallarate, in provincia di Varese, rimasto in tilt per ore. È il risultato di un pomeriggio di violenza seguito al gesto inconsulto di un 33enne arrivato in ambulanza nel primo pomeriggio di martedì accusando un malore generalizzato ma non grave (un «codice bianco»).
L’uomo, lasciato in attesa, dopo circa 40 minuti si è allontanato per poi lanciarsi dal quinto piano dell’ospedale Sant’Antonio Abate, dalla stessa ala che ospita il padiglione del Pronto soccorso.
“È stato un momento di panico puro” – spiega il dottor Carlo Costantini, responsabile del Pronto soccorso. “In quel momento eravamo pieni di pazienti da visitare, con molti parenti che li attendevano nella sala d’attesa: c’è stato il fuggi fuggi generale».
Le persone in attesa, terrorizzate, sono fuggite in altri padiglioni, impauriti dal rumore. Erano circa cento, tra malati e accompagnatori, molti non hanno capito cosa stesse succedendo, tuttavia sono scappati impauriti dai forti rumori e dalle grida.
A quel punto sono state allertate le forze dell’ordine intervenute tempestivamente anche per mettere in sicurezza le altre persone in attesa di una visita. Prima i vigili della polizia locale e poi gli agenti di polizia che erano già sul posto accanto al giovane senza vita.
I locali del pronto soccorso sono stati chiusi mentre è stato chiesto al 118 di dirottare momentaneamente altrove le ambulanze. Serviranno ore per riprendere l’attività. Non è escluso che nei confronti dei famigliari dell’uomo possano essere presi immediatamente dei provvedimenti.
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