Il 2019 in Irlanda è iniziato con un “giorno storico”, così lo avrebbe definito il Primo Ministro irlandese (Taoiseach) Leo Varadkar, in riferimento alla legalizzazione dell’aborto. Infatti da gennaio l’aborto è legge in Irlanda, nonostante l’incalzare degli scontri che si sono perpetrati nel corso degli ultimi anni tra “pro-choice” (favorevoli all’aborto) e “pro-life” (anti-abortisti). Il Referendum sull’aborto, che aveva come fine ultimo quello di revocare l’Ottavo Emendamento (inserito nel 1983 nella Costituzione irlandese, il quale, nonostante avesse la pretesa di equiparare nei diritti la donna al feto, di fatto assegnava priorità assoluta a quest’ultimo) che lo scorso 25 maggio ha portato l’Irlanda al voto, aveva di fatto spaccato in due l’opinione pubblica. L’Irlanda in quell’occasione aveva urlato al mondo il suo dissenso alla negazione anacronistica dell’aborto e alla criminalizzazione della donna. Le nuove generazioni hanno scritto la storia con il loro voto e questa nitida consapevolezza nei giorni immediatamente successivi al Referendum è stata ben espressa dal tweet divenuto subito trend su Twitter #we made history.

Da gennaio l’aborto è legge in Irlanda: un giorno storico

Da gennaio l'aborto è legge in Irlanda

Il Ministro della Salute Simon Harris ha rilasciato la seguente dichiarazione a riguardo: «Questo è un giorno davvero significativo per la salute delle donne». Harris ha poi proseguito il discorso sottolineando l’importanza del fatto che le donne intenzionate a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza non saranno più costrette a viaggiare (spesso in UK, sentendosi come delle criminali, socialmente marchiate, vilipese dallo strapotere esercitato da Stato e Chiesa) per avere accesso legale e sicuro all’aborto. Ha poi aggiunto che servirà del tempo affinché queste nuove procedure sanitarie oggi disponibili gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale possano un domani essere considerate totalmente sicure: «Ciò che posso dire alle donne è che le procedure sanitarie riguardanti l’interruzione di gravidanza di domani saranno certamente migliori rispetto a quelle che l’Irlanda vi può offrire oggi».

Il Dipartimento della Salute e l’HSE (Health Service Executive) hanno aggiornato i propri siti web con i nuovi servizi sanitari offerti. Circa 187 medici (non obiettori) dei 3,500 (presumibilmente obiettori) presenti sul territorio nazionale presteranno la loro assistenza alle donne che vorranno usufruire dell’interruzione volontaria di gravidanza ma la lista con i loro nomi non è stata pubblicata per via del timore di ritorsioni e minacce da parte degli attivisti contrari all’aborto. Tuttavia i nomi dei medici non obiettori verranno forniti alle stesse donne che contatteranno il numero verde (MyOptions helpline) adibito a tale scopo. Attualmente 9 ospedali in Irlanda si sono resi disponibili per l’attuazione del servizio sanitario di IVG. Ma mentre per alcuni il giorno in cui è stato legalizzato l’aborto è già diventato “storia”, mettendo fine alla stigmatizzazione secolare della donna, per altri tale momento storico sancisce l’inizio della fine, e verrà ricordato come il giorno in cui l’Irlanda ha abbandonato i diritti umani più autentici, aprendo la strada all’omicidio intenzionale di innocenti vite umane.

 

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