Red Dead Redemption 2: la recensione
RED DEAD REDEMPTION 2 – IL PRIMO SGUARDO – Il cavallo avanza a fatica nella neve. Dopo ogni passo affonda nella bianca coltre che ricopre ogni cosa intorno a voi. La visibilità è ridotta al minimo, la lanterna emana una tenue luce attorno a se, mentre su di voi sferza una gelida bufera. All’improvviso una luce nel buio. Sta arrivando qualcuno. Vi sbrigate a spegnere la vostra luce e vi fermate, immobili nell’oscurità, cercando di capire chi vi si stia parando davanti. Amici o nemici? Buoni o cattivi? La mano accarezza la Colt nella fondina, pronta a fare fuoco. Questo è il benvenuto che la Rockstar ha deciso di regalare a tutti i videogiocatori che da anni aspettavano il seguito di uno dei più riusciti videogiochi di sempre. Quel Red Dead Redemption che già all’epoca fu in grado di regalare un’esperienza sontuosa a tutti gli appassionati del selvaggio west, e che oggi, a distanza di anni, torna con un prodotto mastodontico, un vero e proprio poema videoludico, in grado di regalarci una storia ed un’ambientazione che sono già divenute il metro di paragone per le altre produzioni.
RED DEAD REDEMPTION 2 – IL SELVAGGIO WEST COME NON LO AVETE MAI VISTO – In Red Dead Redemption 2 ci troveremo a vestire i panni di Arthur Morgan, un “cowboy” alle prese con la vita del fuorilegge. La sua famiglia infatti è una banda, che lo ha adottato fin da ragazzo e che costituisce il suo intero universo. La banda di Arthur non è composta unicamente di uomini d’azione, ma anche di donne, bambini, famiglie. Un gruppo di persone costretto a spostarsi costantemente da un posto all’altro, alla ricerca di risorse per sopravvivere. In questo microcosmo avremo modo di conoscere gli altri personaggi di questa storia. Da Dutch Van Der Linde, spietato criminale nonché capo della banda, uomo feroce ma saldo ai suoi ideali morali, la cui reputazione è venuta meno dopo un colpo fallito malamente. Un uomo che regge il peso di una banda composta da molte personalità diverse quali, John Marston, Hosea Matthews, Micah Bell e Sadie Adler, alcuni dei nostri compagni di viaggio. Più importante del “chi”, questa volta, è forse il “quando”. Red Dead Redemption 2 infatti è ambientato nel 1899, proprio agli sgoccioli di quello che è stato il “far west”. La tecnologia inizia a prendere il sopravvento, le città iniziano ad essere illuminate dalla corrente elettrica, il cavallo sta per essere soppiantato da rotaie e locomotive a vapore, la legge sta per vincere definitivamente sul crimine, spazzando via, una dopo l’altra, le bande come quella di cui facciamo parte. Un’ambientazione maestosa e mastodontica, che ci accompagnerà e ci farà viaggiare dalle cime innevate fino ai deserti del New Mexico. Che ci farà visitare città, accampamenti, attraversare fiumi, boschi, lande desolate e sperdute miniere. Un viaggio epico all’interno di un America resa celebre dal cinema.
RED DEAD REDEMPTION 2 – UN GAMEPLAY COLOSSALE – Lo stile narrativo scelto per questa avventura, nel classico stile Rockstar, è quello della camera in terza persona e del free roaming. Se infatti non mancherà una storyline principale, da seguire compiendo le missioni principali nell’ordine in cui ci vengono proposte, grandissimo risalto è stato dato alla componente casuale del gioco. Potremo infatti ignorare il filone narrativo principale, e dedicarci esclusivamente a vagare per i vari stati, dedicandoci alle attività che il mondo stesso ci proporrà. Potremo dedicarci alla pesca, al gioco d’azzardo, al furto, potremo prendere missioni da sconosciuti che incontreremo durante il nostro viaggio, e che ci chiederanno favori o che ci commissioneranno veri e propri lavori. Dovremo difenderci da imboscate e tranelli dei nostri nemici. Dovremo sfuggire alla legge e agli sceriffi, facendo sparire o intimidendo i testimoni che ci vedranno compiere atti fuori dalla legge. Ci saranno sparatorie, inseguimenti, rapine, lunghe cavalcate e interminabili viaggi. Il tutto scandito da un ritmo tutt’altro che frenetico. La scelta stilistica è infatti quella di regalarci un viaggio in un altro tempo, lontano dalla frenesia moderna. Ogni giorno passato nel vecchio west sarà carico di viaggi, di panorami, di dialoghi e di persone incontrate. Dovremo gestire la fatica, nostra e del cavallo, le munizioni, tenere in ordine e pulite le nostre armi, allenarci a sparare e ad usare alcuni strumenti come il lazo. Dovremo dormire e mangiare, e vedremo il nostro personaggio deperirsi o ingrassare se eccediamo in queste cose. Potremo dedicarci al vizio, o diventare cacciatori di taglie. Il far west è il nostro parco giochi, e saremo spinti in un’avventura che ci prenderà in maniera totale.
RED DEAD REDEMPTION 2 – IL GIUDIZIO FINALE – Red Dead Redemption 2 è un’opera mastodontica, maturata in quasi un decennio di lavoro. La Rockstar ha curato questo progetto in ogni dettaglio, dando vita ad un capolavoro che va ben oltre la storia che ci viene raccontata. Da un punto di vista narrativo, infatti, gli eventi sono tutt’altro che estremamente complessi o ricchi di chissà quali colpi di scena. La storia è bella, ma non indimenticabile. Quello che stupisce è la capacità di ricreare quel mondo. Quello che lascia sbalorditi è l’attenzione ad ogni minimo dettaglio. La capacità di ricreare un mondo vivo e realistico in cui muoversi diventa l’esperienza stessa. La gioia che si prova nel compiere una lunga cavalcata, nel godere di un tramonto nel deserto, nel rendersi conto di essere davvero all’interno di un film western. Una vita dentro un’altra vita, perfettamente pensata e realizzata. Red Dead è un gioco che vale la pena vivere più che giocare. Un’esperienza che tutti dovrebbero almeno provare, che potrà non piacere a tutti, vista la natura molto specifica del titolo, ma che, sicuramente, diventerà da oggi in poi, un punto di riferimento per un mondo, quello dei videogiochi, che non ha più nulla da invidiare alle altre arti.
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